Neil Mendoza e l’opera Robotic voice activated word kicking machine: un'esplorazione surreale del linguaggio e della relazione che le persone instaurano quando parlano con le macchine, come gli assistenti vocali basati sull’intelligenza artificiale.
L’opera consente di riflettere e vedere con un nuovo punto di vista questa relazione tra analogico e digitale, fisico e virtuale.
Le parole pronunciate dai visitatori davanti all’installazione vengono convertite in testo e lanciate nel mondo virtuale. Si accumulano lì, a volte prese a calci da un piede robotico e a volte restituiti al mondo come suono.
L'opera è stata acquisita permanentemente ed è fruibile negli orari di apertura del Museo.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito del Museo.
Il lavoro di Neil Mendoza combina scultura, elettronica e software con l’idea di dare vita a oggetti e spazi inanimati per provocare attraverso l’umorismo e il non-sense una riflessione più profonda sugli ecosistemi che ci governano. Usando il dialogo tra mondo reale e digitale combina oggetti di uso comune con la tecnologia in modi inaspettati, restituendo al pubblico una nuova prospettiva e una riflessione più profonda sulla relazione tra mondo analogico e digitale.
Le sue opere sono state esposte da The Ars Electronica Center, Arena 1 Gallery, The Barbican, BBC Big Screens, The Children's Museum of Pittsburgh, Currents New Media Festival, The Exploratorium, ISEA, Kinetica, Minnesota Street Projects, Oi Futuro, The Museum of Londra, The Nottingham Playhouse, PICNIC Festival, Recology, SIGGRAPH, The Science Museum, Telfair Museum, The V&A, Watermans, YouFab e Young Projects Gallery tra gli altri.
Ha esposto lavori e ha parlato in conferenze in tutto il mondo, ha tenuto corsi di arte e tecnologia all'UCLA e a Stanford e ha co-fondato il collettivo artistico “is this good?”.