L’immunoterapia, un aiuto importante nella cura dei tumori
Si è svolto presso l’Auditorium dell’Università della Svizzera Italiana a Lugano, il Forum “Basic mechanisms of cancer immunotherapy”, organizzato da Fondazione IBSA con la collaborazione di Andrea Alimonti, Ricercatore dell’ERC, Capo del Dipartimento di Oncologia Molecolare allo IOR/IOSI. Il convegno si è tenuto all’interno del “Congresso internazionale sui linfomi maligni”, punto di riferimento a livello mondiale per lo studio e la cura dei linfomi.
Oggi, grazie all’immunoterapia, è possibile curare con maggiore efficacia forme di tumore che fino a poco tempo fa erano, invece, difficilmente affrontabili con le terapie classiche (chemio e radio). L’immunoterapia dei tumori si avvale soprattutto di anticorpi monoclonali (anticorpi, cioè, che l’organismo non è in grado di produrre da solo e che vengono creati in laboratorio, rendendoli del tutto compatibili con le cellule umane, tramite tecniche molto sofisticate). Questi anticorpi aiutano l’organismo a difendersi con molta maggiore efficacia, rispetto a quanto riesca a fare da solo, di fronte a certi tipi di cancro.
Da decenni gli studiosi di tutto il mondo cercavano un modo per potenziare il sistema immunitario (che spesso, purtroppo, non combatte i tumori come dovrebbe e si fa bloccare da loro, o addirittura collabora per aiutarli a crescere), ma i risultati erano deludenti. “Tutto è cambiato da quando, finalmente, si sono capiti alcuni meccanismi che consentono alle cellule cancerose di ingannare e ‘addormentare’ quelle difensive dell’organismo – spiega Andrea Alimonti, professore di oncologia presso l’USI. – In particolare, l’attenzione è stata rivolta a una molecola, chiamata PD-L1, che molti tumori utilizzano per legarsi a un recettore dei linfociti T (cellule fondamentali del sistema immunitario) e ‘spegnerli’, letteralmente. Grazie agli anticorpi monoclonali, si può impedire, adesso, che la PD-L1 intervenga per bloccare i linfociti. In questo modo i “soldati” del sistema immunitario restano attivi e capaci di debellare il tumore”.
Sono numerose le autorizzazioni che la Food and Drug Administration (FDA, l’ente che controlla i farmaci negli Stati Uniti) e le autorità sanitarie europee hanno concesso, negli ultimi mesi, a una lunga serie di anticorpi monoclonali. E molti di questi “via libera” sono arrivati con procedure fast track, cioè accelerate, di fronte alla manifesta capacità di ottenere buoni risultati, da parte di questi farmaci.
“In realtà tanta strada è ancora da fare – rileva Alimonti – perché gli anticorpi monoclonali non funzionano su tutti i pazienti. Ma sicuramente possiamo dire che siamo a una svolta nelle terapie contro il cancro”.
Abstract
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Corriere del Ticino
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Relatori
- Andrea Alimonti, IOR, Bellinzona, Svizzera; USI, Lugano, Svizzera
- Bruno Amati, IIT, IEO, Milano, Italia
- Federico Caligaris Cappio, AIRC, Milano, Italia
- Franco Cavalli, ICML, IOSI, Bellinzona, Svizzera
- Guido Kroemer, INSERM, Gustave Roussy, AP-HP, Parigi, Francia
- Ronald Levy, Stanford University School of Medicine, Stanford, CA, USA
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