Lo stress influisce negativamente sulla funzione riproduttiva
Il Forum “Stress, Inflammation and Reproduction” è stato organizzato presso l’Università degli Studi di Siena da Fondazione IBSA in collaborazione con il Prof. Felice Petraglia, Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Siena.
Aprendo i lavori del convegno, il Prof. Felice Petraglia, Direttore della Ostetricia e Ginecologia dell’Università di Siena e AOUS ha introdotto il tema chiave dell’appuntamento: lo stress agisce sulla componente psicologica e sulle difese immunitarie, causando le infiammazioni, soprattutto quelle croniche, che agiscono interferendo anche sulla funzione riproduttiva e causando una ridotta capacità procreativa.
I successivi interventi dei relatori presenti hanno approfondito ulteriormente questo concetto. In particolare:
- Lo stress cronico – psicologico, metabolico, fisico – ha un impatto negativo sui sistemi cerebrali ed ormonali della donna e dell’uomo tale da ridurre la possibilità di concepimento. Nel 30% delle coppie che non riescono ad avviare una gravidanza sono stati trovati livelli elevati di stress che vanno ad inibire ovulazione e spermatogenesi attraverso l’azione di neuropeptidi e di citochine infiammatorie (B. C. Tarlatzis).
- Lo stress rimane quindi alla base anche di alcune malattie della donna come l’endometriosi, che colpisce il 10% delle donne in età fertile, e la sindrome dell’ovaio micropolicistico, il 10-15% di donne colpite come indica il Prof. Bart Fauser dell’Università dell’Utrecht. Si tratta di patologie che partono come alterazioni ormonali e coinvolgono nel tempo meccanismi infiammatori che riducono la fertilità, per questo le nuove terapie per contrastare l’infertilità prevedono l’utilizzo di ormoni e di sostanze antiinfiammatorie.
- Nei centri di infertilità sono appunto queste le diagnosi più frequenti che portano poi alle terapie con tecniche di riproduzione assistita (A. Luciano, A. Pellicer).
- Il 25% delle coppie che ricorrono a queste terapie va incontro a stress di attesa e di risultato rendendo ancora più difficile il successo terapeutico e portando spesso alla crisi della stessa coppia. E anche quando poi inizia la gravidanza lo stress rimane pericoloso perchè può divenire un fattore che causa aborto nei primi mesi, mentre nel corso della gestazione può diventare un fattore favorente il parto prematuro (J. Challis).
Come aiutare a combattere lo stress allora? Nella sua plenary lecture il Prof. Ronald Evans, direttore del Gene Expression Laboratory del Salk Institute di La Jolla (California) e che ha avuto negli anni la candidatura al Nobel per la medicina, ha spiegato come la moderna farmacologia sta cercando di approntare nuove molecole che agiscono sui meccanismi recettoriali e sulla trascrizione del messaggio dei mediatori dello stress.
Location
Università degli Studi di Siena
Data
3 luglio 2015
Rassegna Stampa
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Relatori
- Marc Montminy, Salk Institute, La Jolla, California, USA
- Ronald Evans, Gene Expression Lab, Salk Institute, La Jolla, California, USA
- Sarah Berga, Wake Forest Baptist Medical Center, USA
- Pina Ciarmela, Università Politecnica delle Marche, Italia
- Nils Billestrup, Università di Copenhagen, Danimarca
- Felice Petraglia, Università di Siena, Italia
- David de Kretser, Monash University, Australia
- Basil Tarlatzis, Aristotle University of Thessaloniki, Grecia
- Bart Fauser, University Medical Center, Utrecht, Olanda
- Antonio Pellicer, IVI Valencia, Spagna
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