L’incontro di “Scienza a regola d’arte” si è aperto ieri con la lettura di Igor Horvat di questa poesia dello scrittore ticinese Alberto Nessi:
Pomeriggio di settembre
Sono con te, cammino col tuo passo
cammino con le zampe delle felci
con l’occhio della gazza ladra di sogni
sono quel prato arso in declivio
quella bacca felice di sorbo
batte il mio cuore a passo con il tuo
la danza degli uccelli contro il verde
striato di ruggine alla vampa del sole
nel pomeriggio quasi d’autunno mi segue
insieme all’alfabeto delle foglie
cammino tra lo stupore del fondo marino
ripiegato dai millenni, madrepore
hanno lasciato i loro ricami
nelle rocce, piante preistoriche
mutate in creature di calcare
cammino tra scheletri di sparvieri
ossa di dinosauri, ammoniti
dalle palpebre azzurre prima di notte
piazze di carbone abbandonate
gomiti groppi gore insenature
cammino nelle vene della terra
come nel corpo di un dio sconosciuto
il colchico e l’aconito mi guardano
racemi azzurri e petali d’aurora
nell’intrico dorato di settembre
ragazzi selvatici m’accompagnano
con canti stonati nelle feste del sabato
quando la mantide nella sua solitudine
su pascoli aridi prega verso il cielo
e io cammino con la merviglia
delle foglie, conchiglie portate dal mare
il sangue corre con lo stesso ritmo
e nell’onda si specchia la ballerina
dell’adolescenza, l’ebrezza del sogno
mi attanaglia sopra i tronchi spezzati
cammino tra gli ontani dalla pelle macchiata
da licheni, tra le gambe dei faggi
saluto il garofanetto che da secoli
volge al cielo con l’indaco dei petali
ma ancora non ci svela il suo segreto
cammino tra le mani che ci avvolgono
nel grembo antico della selva
mentre voci venute da lontano
s’intrecciano nel folto dei sentieri
dove incontriamo le nostre ombre di ieri.