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IBSA Foundation_Gel anti alcol
Paolo Rossi Castelli06 giu 20242 min read

Alcolici: scoperto un gel che ne riduce i danni

I ricercatori del Politecnico di Zurigo hanno creato un gel che potrebbe ridurre i danni causati dall'abuso di alcol: “cattura” le sostanze tossiche contenute negli alcolici e le disattiva.

L’assunzione di alcol, si sa, è dannosa per la salute, come dimostrano moltissimi studi (anche se la percezione collettiva è spesso “disattenta” su questo). Piccole quantità compromettono la capacità di concentrazione e i tempi di reazione (con un aumentato rischio di incidenti stradali), mentre grandi quantità bevute in modo continuativo sono responsabili di malattie del fegato anche gravi e di infiammazioni del tratto gastrointestinale, fino al cancro, come ha stabilito l’International Agency for Research on Cancer (IARC) di Lione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno nel mondo muoiono circa tre milioni di persone a causa del consumo eccessivo di alcol. Eppure, l’alcol è molto diffuso, e in alcuni Paesi addirittura in crescita.

Ridurre i danni da alcol

Per cercare di contenerne i danni, i bioingegneri del Laboratory of Food & Soft Materials del Politecnico Federale di Zurigo (ETH), guidati da Raffaele Mezzenga, hanno messo a punto un possibile rimedio - un gel - che si basa su un principio innovativo: fermare l’alcol (in particolare, l’etanolo, il più presente nelle bevande alcoliche) all’interno dello stomaco, e neutralizzarlo lì, trasformandolo in una sostanza innocua (l’acido acetico), prima che passi dallo stomaco al fegato e lì si trasformi in acetaldeide, una sostanza tossica, responsabile dei danni ai tessuti.

Una sostanza anti-alcol: atomi di ferro e nanoparticelle d’oro 

Come riferisce la rivista scientifica Nature Nanotechnology, gli studiosi hanno creato il gel anti-alcol utilizzando proteine ​​del siero di latte, che sono state lasciate in ebollizione per diverse ore, fino a formare fibrille lunghe e sottili. Per scomporre l’alcol, però, il gel aveva bisogno di diversi altri elementi. I ricercatori zurighesi hanno così utilizzato singoli atomi di ferro, che sono stati distribuiti uniformemente sulla superficie delle lunghe fibrille proteiche. In più, hanno aggiunto nanoparticelle (nell’ordine del miliardesimo di metro), questa volta d’oro. La “ricetta” completa del gel, quindi, prevede le fibrille del siero, il ferro, l’oro e anche zucchero. Con questa formula, la sostanza anti-alcol può essere ingerita.

Riduzione del 56% dopo 5 ore

Per verificare la sua efficacia, i ricercatori hanno provato il gel su animali che avevano ingerito dosi di alcol per dieci giorni, sempre dopo avere inghiottito il gel. Grazie al gel, sono bastati 30 minuti dall’assunzione di alcol per far scendere la sua concentrazione del 40%, e cinque ore per arrivare a una diminuzione del 56%. Inoltre, come previsto, la produzione di acetaldeide si è molto ridotta. Sono poi apparsi minori danni al fegato, alla milza e all’intestino, rispetto agli animali ai quali non era stato somministrare il gel. È anche migliorato il metabolismo dei grassi (uno dei primi a essere alterato dall’alcol).

A differenza di altri prodotti disponibili sul mercato - sottolineano i ricercatori - il gel combatte non solo i sintomi del consumo dannoso di alcol, ma anche le sue cause. Non agisce, però, sulla dipendenza da alcol, né sul desiderio di bere alcolici, e non può aiutare, se non viene ingerito prima del consumo, perché quando l’alcol è già in circolo il gel non ha alcuna azione utile. Tuttavia, se assunto prima dell’etanolo, sembra capace di mitigarne gli effetti. Occorreranno ulteriori verifiche, ma il brevetto è già stato chiesto e, se tutti i test dovessero andare come sperato, in futuro chi ha intenzione di consumare alcolici potrebbe tutelare la propria salute bevendo prima una dose di gel.


 

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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