I coccodrilli (del Nilo in questo caso) reagiscono alla musica come i mammiferi e gli uccelli, attivando aree cerebrali omologhe, in maniera molto simile. E questo aiuta a far luce sui percorsi dell’Evoluzione, visto che questi rettili sono tra le più antiche specie di vertebrati viventi (esistono da almeno 200 milioni di anni) e hanno una termoregolazione completamente diversa da quella dei mammiferi e degli uccelli (sono a sangue freddo).
Lo studio che ha mostrato la reazione dei coccodrilli del Nilo a diversi tipi di musica, tra i quali alcuni brani di Johann Sebastian Bach, è stato condotto da un team internazionale di ricercatori provenienti da Iran, Sud Africa, Francia e Germania, che hanno incontrato non pochi ostacoli tecnici per adattare i normali strumenti per la risonanza magnetica funzionale all’anatomia dei coccodrilli e, in seguito, per registrare i tracciati durante l’ascolto. Alla fine, comunque, sono riusciti a mettere a punto le condizioni ottimali, e il risultato è stato chiaro: le zone attivate dalla stimolazione musicale sono simili a quelle dei mammiferi e degli uccelli, e ciò dimostra quanto questo tipo di reazione sia antico e conservato durante l’Evoluzione. Certo, è però difficile capire quale possa essere stata la funzione della sensibilità alla musica, in animali così “primordiali”.
Come hanno scritto i ricercatori sulla rivista “Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences”, questo tipo di studi potrà essere esteso, comunque, anche ad altre specie animali, per ricostruire meglio il percorso evolutivo della sensibilità alla musica, e il suo significato.