Un anticorpo monoclonale sviluppato negli Stati Uniti potrebbe offrire una nuova difesa contro l’influenza aviaria H5N1. Test sui primati non umani ne confermano l’efficacia contro le forme più gravi della malattia. I ricercatori,applicando le conoscenze acquisite durante la pandemia di Covid-19, si concentrano su nuove terapie mirate.
Cresce, in tutta Europa, dopo gli Stati Uniti, l’allarme per la diffusione dell’influenza aviaria H5N1, che sta interessando un numero rilevante di uccelli d’allevamento e selvatici, ma anche mammiferi. Negli ultimi mesi ha iniziato a colpire anche gli eesseri umani, sia pure in numero ridotto e principalmente persone che si trovavano a stretto contatto con gli animali infetti, provocando esiti letali in alcuni casi.
Una possibile soluzione per l’influenza aviaria H5N1: l’anticorpo monoclonale MEDI8852
Ora però arriva anche una speranza, per quanto riguarda la possibilità di creare farmaci capaci di arginare le situazioni più gravi. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science mostra, in particolare, le potenzialità di un anticorpo monoclonale ad ampio spettro (in sigla, bnAb, da broadly neutralizing monoclonal antibody), chiamato MEDI8852.
Questo si è rivelato molto efficace nei test sui primati non umani e , pur non potendo impedire il contagio (come invece fanno i vaccini), sembra comunque in grado di proteggere dallo sviluppo delle forme più pericolose di influenza aviaria. Se necessario, sostengono i ricercatori, questo anticorpo potrà essere sperimentato e utilizzato anche sugli esseri umani.
I ricercatori dell’Università di Pittsburgh e del Vaccine Research Center dei National Institutes of Health statunitensi hanno utilizzato lo stesso approccio esplorato durante la pandemia di Covid-19 per trovare terapie più efficaci, quando si era capito che il coronavirus mutava rapidamente. Anche il virus H5N1 è soggetto a continue mutazioni, motivo per cui gli studiosi hanno deciso di setacciare il suo codice genetico, alla ricerca delle zone più stabili, indirizzando su quelle l’anticorpo MEDI8852.
Gli anticorpi monoclonali, lo ricordiamo, sono simili a quelli naturali, ma create in laboratorio con tecniche di ingegneria genetica per imitare l’azione del sistema immunitario e puntare contro un bersaglio scelto dai ricercatori. In particolare, i virologi statunitensi hanno diretto l’anticorpo monoclonale MEDI8852 contro il gambo del virus, alla base di una proteina chiamata emoagglutinina.
Influenza aviaria H5N1: un trattamento con protezione fino a 12 settimane
Come riferisce Science, gli animali da laboratorio (scimmie e altri) sono stati pre-trattati con il MEDI8852 e , tre giorni dopo, esposti all’influenza aviaria, tramite un aerosol sviluppato nel 2023 dallo stesso gruppo di ricerca.
Nessuno degli animali ha avuto sintomi gravi, né è deceduto per l’infezione. Inoltre, sperimentando diverse dosi, gli studiosi hanno individuato la concentrazione minima efficace per garantire una protezione adeguata.
Un altro aspetto interessante riguarda la durata dell’effetto protettivo:l’anticorpo MEDI8852 è risultato efficace dalle 8 alle 12 settimane, un periodo sufficiente per ridurre il rischio di ammalarsi in caso di diffusione del virus.
Influenza aviaria H5N1 – siamo pronti a fronteggiare una nuova emergenza?
L’eventuale utilizzo futuro di MEDI8852, comunque, non sarà probabilmente destinato a tutti, perché gli anticorpi monoclonali hanno costi elevati e devono essere somministrati per via iniettiva, sotto controllo medico. Inoltre, la loro produzione richiede l’impiego di bioreattori, che non sono presenti in numero sufficiente nel mondo per far fronte a un’epidemia su larga scala. Tuttavia, il nuovo farmaco, se approvato, potrà proteggere le persone più vulnerabili, come chi ha un sistema immunitario compromesso o gli operatori sanitari esposti.
Questo studio, inoltre, dimostra che la lezione della pandemia di Covid è servita e che, in caso di una nuova emergenza, potremmo essere più preparati. I virologi considerano il virus H5N1 il candidato più probabile a compiere il salto di specie (passando dagli animali agli uomini e mutando fino a diventare trasmissibile tra esseri umani). Per questo motivo, la comunità scientifica sta già lavorando a possibili contromisure: anticorpi monoclonali per trattare i casi gravi e vaccini per prevenirli. Molti laboratori, infatti, sono al lavoro in tutto il mondo per sviluppare soluzioni preventive contro il virus H5N1.