Blog | IBSA Foundation

Ben-essere psicologico dei giovani universitari: sfide e opportunità per un futuro inclusivo

Scritto da Catterina Seia | 29 nov 2024

 

In Italia, secondo uno studio dell'Università IULM, un giovane su tre soffre di depressione. Il calo del benessere psicologico della gioventù è legato a stress, isolamento e uno stile di vita poco sano. L'OMS e varie iniziative europee promuovono l'integrazione di servizi di supporto comunitari, l'importanza delle attività culturali e la partecipazione attiva dei giovani per affrontare il problema e migliorare la qualità della vita.    

In Italia, un* giovan* su tre è depresso. Questo è il risultato dello studio longitudinale condotto su un campione di 15 mila giovani tra i 19 e i 25 anni (sia lavoratori che studenti) promosso dall’Università IULM di Milano con la  fondazione «Villa Santa Maria», pubblicato recentemente nel volume La città che cambia: vita quotidiana e attrattività turistica – Lumi Edizioni Universitarie.    

Gli anni di studio rappresentano un periodo di transizione fondamentale, caratterizzato da nuove responsabilità, sfide e opportunità che influenzano salute mentale e fisica degli studenti. Stress e ansia, spesso amplificati dalla sensazione di isolamento sociale e dalla difficoltà di gestione del tempo sono frequenti e gli studenti sopraffatti dalla quantità di lavoro e dalle aspettative accademiche, tendono a trascurare le loro passioni, i loro hobby e, soprattutto, la loro salute. Ritmi di vita frenetici e abitudini poco sane, come diete squilibrate e mancanza di sonno, sono diffusi. 

Ai partecipanti alla ricerca viene somministrato il questionario Psychological general well-being che indaga sei ambiti: livelli di ansia, depressione, ben-essere percepito, autocontrollo, stato di salute generale e vitalità.  Tra le domande: «Nelle ultime quattro settimane, è stat* infastidit* da stati di tensione o perché aveva i nervi a fiori di pelle?» e «Quanta energia o vitalità ha avuto o ha sentito di avere?».  

Alle risposte corrisponde un punteggio, la cui somma porta a un indice (scala da 0 a 110): un livello compreso tra 70 e 90 indica lo stato di “normalità”. Nel 2008 il punteggio medio era di 77,7 che nel 2018 è sceso a 75,7. Nel 2023 si è arrivati a 68,5, sotto la soglia di guardia di 70 individuata dal gruppo di lavoro.  

Il genere (le donne registrano un livello di ben-essere psicologico inferiore), il titolo di studio (le persone laureate godono di miglior salute) e il luogo di vita, cittadino o rurale, incidono. Sebbene la dimensione urbana offra maggiori opportunità, la frammentazione sociale che spesso si sperimenta in città, i giovani che vivono in campagna stanno  meglio. E’ un situazione allarmante e che richiede intervento immediato

Le linee guida dell’OMS per migliorare la salute mentale dei giovani 

L’urgenza di occuparsi della salute mentale dei giovani è portata all’attenzione da OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità che, in collaborazione con UNICEF, ha pubblicato a ottobre il report Mental health of children and young people. Service guidance. Il documento evidenzia come spesso i servizi di salute mentale siano di difficile accesso, distribuiti non equamente, in quantità e qualità variabile, indicando la necessità improrogabile di implementare e riorganizzare i servizi a livello comunitario. Il report mette in luce, come la salute mentale sia influenzata da una complessa interazione di determinanti a livello sociale, comunitario, familiare e individuale che variano nel corso della vita accumulandosi e rafforzandosi a vicenda. Per rispondere efficacemente ai bisogni dei giovani, viene raccomandato un approccio integrato e intersettoriale che coinvolga sanità, protezione sociale, istruzione, politiche abitative e del lavoro.  

La via indicata dall’OMS è quella di incentivare servizi per la salute mentale inseriti all’interno delle comunità di vita dei giovani, in quanto più facilmente accettabili (soprattutto dal punto di vista dello stigma) di quelli medico-sanitari istituzionali. Viene sottolineata inoltre l’importanza di promuovere la partecipazione attiva dei giovani - nei servizi stessi, in attività e progetti di comunità - affinchè siano loro stessi ideatori e protagonisti di iniziative a loro dedicate.  

La risposta arriva da un crescendo di progetti dedicati ai giovani in tutta Europa che, nel 2022, ha indetto l'Anno Europeo della Gioventù, coinvolgendo oltre 13mila giovani in attività in ben 67 paesi contribuendo a disegnare insieme la strategia dell’UE per la gioventù 2019-2027 

Attività culturali e progetti universitari per il benessere psicologico 

Le attività culturali o artistiche possono avere un ruolo importante per raggiungere obiettivi di salute e ben-essere. Nel 2023 il programma europeo  Voices Of Culture aveva pubblicato il report Youth, Mental Health & Culture,  frutto del lavoro di  professionisti provenienti da 23 paesi, in rappresentanza di 54 organizzazioni selezionate da un bando aperto nei settori della cultura, della salute, dell’istruzione e dei servizi sociali.  Dal report emerge la raccomandazione di una maggiore partecipazione del settore artistico-culturale nella sanità pubblica in Europa, con la centralità dell’approccio peer-to-peer, la necessità di studi su larga scala per testare l’efficacia dei progetti,  l’importanza di collaborazioni intersettoriali e della partecipazione e co-progettazione integrata dei giovani ai progetti.  

È cruciale incoraggiare un approccio equilibrato, l’esercizio fisico regolare, una dieta equilibrata e il riposo adeguato, ma anche garantire supporto psicologico e sociale. Le Università possono svolgere un ruolo attivo in questo ambito offrendo programmi dedicati e promuovendo la creazione di comunità attraverso attività extracurricolari. È essenziale che mettano a disposizione risorse e spazi per attività ricreative e culturali, eventi e gruppi di interesse, al fine di favorire l'inclusione e la connessione tra gli studenti per costruire relazioni significative, ma anche aprire nuove prospettive per il loro futuro nel mondo del lavoro. Il Ministero dell’Università e della Ricerca in Italia ha stanziato 20 milioni di euro con l’avviso Pro-ben 2024, volto a promuovere il ben-essere psicologico degli studenti di Università e istituzioni AFAM (Accademie e Conservatori) con l’obiettivo di fornire risposte efficaci alle condizioni di fragilità emotiva e disagio psicologico strettamente legate all’aspetto cognitivo. 

Va in questa direzione il piano internazionale Healthy Campus, nato nel 2019 per comprendere quanto un Ateneo sia “healthy”. Basato su 100 indicatori, il progetto offre una check list che comprende obiettivi legati al ben-essere fisico, alla cultura della prevenzione, alla sostenibilità, alla prevenzione dei disordini e malattie mentali e all’inclusione delle persone con disabilità. Circa 160 Università nel mondo hanno aderito, implementando un piano e monitorando i progressi, con punteggi ed evidenze che portano a una certificazione in un intervallo che va dal riconoscimento di un livello “bronzo” al “platino”.  

In accordo con queste indicazioni, sono operativi progetti europei come HEARTS: Higher Education Action Response for Trauma Support - un progetto Erasmus+ che coinvolge le Università di Barcellona, Lisbona, Malta e Cagliari, il SCT- Social Community Theatre Centre con Consorzio per la Ricerca e l’Educazione Permanente di Torino-COREP e l’International Union for Health Promotion and Education - nell’ideazione di una metodologia innovativa per promuovere il ben-essere mentale,  fornendo strategie per la prevenzione e il supporto al trauma giovanile, attraverso un approccio «culturalmente sensibile, digitalmente rilevante, comunitario». 

A tale scopo è in fase di sviluppo e sperimentazione una metodologia originale HEARTS attraverso workshop rivolti a studenti e personale universitario che sperimenteranno diverse attività quali dialogo interculturale e interreligioso, teatro di comunità, storytelling, costruzione di comunità, studi critici sul patrimonio, terapia cognitivo-comportamentale culturalmente sensibile e gamification. Il progetto - che si concluderà entro la fine del 2025 - produrrà un manuale di buone pratiche e un documento contenete linee guida e raccomandazioni per le istituzioni di formazione superiore per promuovere la salute mentale dei giovani attraverso la metodologia HEARTS individuata. 

Il ruolo delle istituzioni 

La salute mentale delle persone giovani è una priorità di salute pubblica da affrontare  insieme ai giovani con risposte creative basate sulla partecipazione attiva alla vita di comunità. È fondamentale un impegno congiunto di tutti gli attori coinvolti – università, docenti, famiglie – per pianificare il futuro in modo sereno e appagante. 

 

         

 

By Catterina Seia (Presidente CCW – Cultural Welfare Centre) e Marta Reichlin (PhD, Cultural Welfare Center (CCW), Research Area)