Skip to content
Chirurgia robotica la tecnologia che rivoluziona l’operazione agli occhi
Paolo Rossi Castelli21 mar 20252 min read

Chirurgia robotica: la tecnologia che rivoluziona l’operazione agli occhi

Un’attrezzatura innovativa è stata messa a punto dagli specialisti dell’Università dello Utah e potrà essere utilizzata per migliorare la precisione di ogni operazione agli occhi. Questa tecnologia permetterà di curare, tramite delicate e complesse terapie geniche, i pazienti con malattie della retina segnando un grande passo avanti per la chirurgia agli occhi e offrendo nuove soluzioni a patologie difficili da trattare.

La chirurgia robotica compie un nuovo passo in avanti e si estende anche all’oftalmologia, per aiutare gli specialisti a operare sulle strutture delicatissime ed estremamente sottili che caratterizzano gli occhi, ottenendo in alcuni casi risultati quasi impossibili per la mano non assistita dal robot chirurgico. Questo, è quanto promette un’attrezzatura messa a punto presso lUniversità dello Utah (Stati Uniti), grazie alla collaborazione tra chirurghi, bioingegneri, fisici, e altri specialisti di un team multidisciplinare.

Come spiega la rivista Science Robotics, intervenire chirurgicamente sull’occhio significa lavorare in spazi estremamente ristretti e su strutture interne come la retina (lo strato nervoso dell’occhio), che possono avere lo spessore di un solo millimetro, o anche meno. A queste difficoltà si aggiunge anche il fatto che, mentre il chirurgo opera, il paziente può avere movimenti involontari o ruotare gli occhi, esponendosi a importanti rischi.

Maggiore precisione per l’operazione alla retina

Secondo i ricercatori, il robot chirurgico ancora in una fase sperimentale, potrà rivelarsi utile soprattutto nelle terapie più innovative, come quelle geniche per trattare forme ereditarie di malattie della retina che potrebbero portare fino alla cecità.
Un esempio è il trattamento approvato nel 2020 dalle autorità sanitarie statunitensi per una patologia causata dalle mutazioni del gene RPE65. Questo trattamento prevede l’iniezione dietro la retina, tra due strati cellulari sottilissimi, di una versione corretta del gene. Un’operazione alla retina complessa e rischiosa con le tecniche attuali, ma che il nuovo robot chirurgico potrebbe rendere più sicura ed efficace.

Il robot chirurgico che si adatta ai movimenti del paziente

Il sistema sviluppato dagli scienziati dello Utah, come mostra anche un video pubblicato su YouTube, prevede l’ausilio di un casco in cui viene inserita la testa del paziente, stabilizzandola in modo completo dalla prospettiva della macchina. Il robot chirurgico è montato direttamente sul casco e il suo braccio si muove insieme alla testa del paziente , annullando l’effetto degli spostamenti involontari. Questa “macchina” consente al chirurgo di raggiungere aree altrimenti inaccessibili, rendendo molto precisi i movimenti e compensando eventuali tremori. I risultati sembrano essere promettenti.

I test sugli animali e le prospettive future per l’oftalmologia

I chirurghi, per adesso, hanno sperimentato la nuova attrezzatura su occhi di maiale, montati isu occhiali speciali, che un gruppo di volontari ha accettato di indossare (senza correre alcun rischio). In questo modo i chirurghi hanno potuto simulare nel modo più fedele possibile le condizioni di un intervento con il nuovo robot oftalmologico. "È come avere una mano superumana."
Ora i test proseguiranno per ottimizzare il sistema e preparare i primi interventi su pazienti reali.

Se tutto procederà secondo le aspettative, la chirurgia robotica potrebbe dunque compiere un significativo passo in avanti, rivoluzionando il modo in cui vengono eseguite le operazioni agli occhi e offrendo nuove opportunità terapeutiche per patologie oculari oggi difficili da trattare come le malattie alla retina.


 

Seguici su Facebook     New call-to-action    Seguici su LinkedIn

avatar

Paolo Rossi Castelli

Giornalista professionista, Paolo si occupa da molti anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel settore della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha scritto per le pagine della Scienza del Corriere della Sera e per altre testate nazionali. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

ARTICOLI CORRELATI