E’ il 2007. Joshua Bell, violinista di fama internazionale, si mette a suonare con uno Stradivari nella metropolitana di Washington. E nessuno si ferma ad ascoltarlo. Il motivo? Semplice, valutiamo una prestazione musicale in base ai nostri pregiudizi. Lo dimostra una sperimentazione in laboratorio condotta da ricercatori di tre Università americane. In particolare, durante l’ascolto di un brano musicale l’attivazione delle aree cerebrali cambia se si è convinti che a eseguirlo sia uno studente di conservatorio oppure un musicista di fama internazionale. In pratica, l’aspettativa e i pregiudizi plasmano la percezione della musica, influenzando il funzionamento del nostro cervello.
Per approfondire lo studio, potete leggere l’articolo pubblicato su Nature.