Per affrontare con successo la crisi di questa pandemia, quali lezioni possiamo imparare dal passato? E come dobbiamo attivarci per cercare di evitare il ripetersi di esperienze simili in futuro?
Il filosofo della scienza ed evoluzionista Telmo Pievani lo ha chiesto a Jared Diamond, un antropologo autore di numerosi saggi (il più recente è “Crisi. Come rinascono le nazioni”) e vincitore di un premio Pulitzer, che utilizza abitualmente un approccio d’indagine multidisciplinare in cui convergono antropologia, linguistica, genetica, geografia e storia.
Ripercorriamo qui di seguito i passaggi più significativi del loro dialogo.
Si parte da una constatazione di Pievani: come è noto, almeno il 20% del nostro DNA proviene dai virus, quindi la storia dei rapporti tra uomo e infezioni è molto lunga. Allora perché siamo incapaci di imparare dal passato? E cosa c’è di diverso rispetto al passato in questo focolaio epidemico di oggi?
La risposta di Diamond, come nel suo stile, è molto lucida e piuttosto anticonvenzionale:
Non c’è niente di diverso in questo virus. Questo virus è trasmissibile da persona a persona, ma lo sono anche l’influenza, il vaiolo e il morbillo. Ci sono però due fattori di cui dobbiamo tenere conto.
Il primo è che la popolazione mondiale è più numerosa di quanto sia
mai stata: oggi sul pianeta ci sono molte più persone da contagiare e uccidere rispetto al passato. Basti pensare che alla fine della prima guerra mondiale ci fu l’epidemia di influenza spagnola, ma la popolazione mondiale contava meno di due miliardi di persone.
L’altra differenza non riguarda il virus ma le circostanze: ora abbiamo aerei jet – che a quei tempi non c’erano – che diffondono il virus velocissimamente in tutto il mondo.
Anche rispetto alle circostanze epidemiologiche verificatesi nel passato, quando le popolazioni indigene vennero quasi sterminate da virus portati da invasori provenienti da altri continenti, Diamond mette in luce alcune profonde differenze:
Nessun essere umano è immune da questo virus. È tutto molto diverso dalla situazione di quando gli europei sbarcarono in America con Cristoforo Colombo nel 1492: gli europei portarono il vaiolo e il morbillo, da cui erano immuni e verso cui avevano sviluppato una sorta di immunità genetica. I nativi invece non avevano alcun tipo di immunità e quindi, da subito, ci fu una moria selettiva. Allora e in epoche successive, in altre parti del mondo, ci furono epidemie in cui solo i nativi morirono in massa. Oggi non è affatto così. Questo virus uccide le persone deboli, indipendentemente dal fatto che siano nativi americani o cittadini americani di origine europea. Non vi è alcun motivo genetico o epidemiologico.
Altra questione cruciale: in un suo recente articolo, Diamond ha scritto che il meglio che possiamo fare in questo momento, durante questa pandemia, sia pensare a come evitare la prossima. Ma se le cose stanno così, in che modo dobbiamo attivarci?
L’attuale pandemia, Sars, Mers, AIDS, Ebola…Tutte queste nuove malattie emergenti degli esseri umani sono arrivate dal mondo animale, ci sono state trasmesse dal contatto tra uomini e animali selvatici. Se il contatto avviene tra un numero limitato di persone, il rischio non è elevato. Diventa pericoloso quando tanti individui sono esposti al contatto, come avviene nei mercati asiatici all’aperto.. Quindi per fermare il prossimo virus, la prima cosa che dovremmo fare è chiudere i mercati di animali selvatici. L’altro modo in cui i virus si diffondono è il commercio di medicine tradizionali, che utilizzano sostanze prelevate direttamente dagli organi degli animali selvatici. Per proteggerci dovremmo vietare anche questo commercio.
Ma insieme a queste misure specifiche, per Diamond occorre anche dotarsi di un diverso approccio mentale, prendendo esempio dai Boy Scout e dal loro celebre motto ‘Preparatevi’:
Il mondo non era preparato al virus, ma avremmo dovuto essere preparati. Conoscevamo già la SARS, l’Ebola, la febbre di Marburg, la MERS, e sapevamo della malattia della mucca pazza così come dell’AIDS, ma non ci eravamo preparati acquistando mascherine. Dobbiamo preparare un piano e fare scorte di mascherine, di cereali, di carburante, di prodotti chimici, di componenti industriali.
Infine, Diamond fa un parallelo tra la pandemia e un altro grave problema mondiale – la crisi climatica – ed esprime una speranza per il futuro:
La cosa più importante da imparare è che questo è un problema mondiale che può essere risolto solo con la cooperazione tra le persone e con soluzioni su scala mondiale. La crisi climatica è un altro problema enorme, ma le persone non la prendono sul serio. Perché? Perché il cambiamento climatico ti uccide lentamente e in modo non evidente, mentre il virus ti uccide rapidamente e in modo molto visibile. Dopo aver sconfitto questo virus, spero che continueremo a lottare tutti assieme contro problemi giganteschi come il cambiamento climatico e le disuguaglianze.