Skip to content
IBSA Foundation_Cultura e Salute
Catterina Seia30 mag 20237 min read

Un crescente sviluppo di attenzione su Cultura e Salute

Sono passati quasi 4 anni dall'uscita del report OMS che evidenziava l’impatto delle arti come risorse fondamentali per il benessere e la salute. Cos'è cambiato da allora? 

Più volte su queste colonne abbiamo richiamato un rapporto che possiamo definire una pietra miliare, un landmark, nel riconoscimento del valore della partecipazione culturale e dell’espressione artistica in tutto l’arco della vita.

Nel novembre del 2019, l'Ufficio regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della sanità-OMS scendeva in campo con "What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review’" (curato da Fancourt e Finn dell’UCL-University College of London) che, analizzando un’ampia e crescente mole di evidenze accumulate in Europa negli ultimi venti anni, ha accesso l’attenzione sull’impatto rilevante delle arti come risorse per il benessere e la salute fisica e mentale, dalla promozione della salute, alla prevenzione anche nel supporto all’adozione di comportamenti positivi, in alleanza alla gestione e al trattamento delle patologie. La consistenza delle acclarazioni ha portato lo stesso rapporto a fornire linee guida per politiche per aumentare l’impatto delle metodologie art based.

Cosa è accaduto dal 2019?

Dalla sua uscita, il rapporto ha generato clamore e un grande impulso nella ricerca, nello sviluppo di competenze e pratiche e un’attenzione da parte di policy makers, istituzioni e organizzazioni culturali, sociali ed educative al tema e della stessa OMS, su aree chiave di intervento. Consideriamo che pochi mesi dopo la sua pubblicazione, il mondo già pressato dalle trasformazioni sociali è stato travolto dalla sindemia: 762 milioni di casi e 6,9 milioni di morti (fonte OMS 2023). Uno choc al quale si sono uniti gli effetti dei lockdown e quelle che oggi vengono chiamate le “ferite” pandemiche.

Ma proprio Covid ha reso palese il ruolo della cultura per mitigarne gli effetti, nel coping per allentare situazioni di grande stress, per aiutare le persone a regolare le proprie emozioni (Bradbury et al 2021), rimanere connessi con il mondo, preservare e migliorare la salute mentale. Diverse ricerche hanno documento l’aumento delle attività artistiche durante la pandemia. Secondo un lavoro di Mak, Fluharty e Fancourt, nel Regno Unito durante la pandemia il 20 per cento delle persone su un campione di 19.000 intervistate aveva aumentato la propria partecipazione culturale. Altre ricerche (Baumann & Burke 2021) hanno rilevato come anche comunità virtuali di condivisione artistica abbiano contribuito a migliorare connessione e coesione sociale.

La salute mentale, presupposto per lo sviluppo personale e sociale

Solo ora gli effetti del long covid iniziano a essere compresi, acuiti dalla guerra in Ucrania, dalla crisi climatica ed energetica con impatto sulle migrazioni e sull’economia: si configura uno scenario instabile che incide nel benessere mentale delle persone.

OMS Region Europa dedica grande attenzione a questa sfida chiave per la salute pubblica. Tra i diversi percorsi avviati, sta conducendo una ricerca operativa, Motherhood multicentrica, in Danimarca, Romania e Italia (Warran e Smith 2022) per esaminare la fattibilità di protocolli di accompagnamento basati su attività canore in caso di depressione postpartum, in diversi contesti culturali. I risultati verranno presentati nell’autunno 2023.

Questo è uno dei sei studi inclusi nel percorso del consorzio CultureForHealth incaricato dalla Commissione europea a svolgere una ricerca nell’ambito delle azioni anticipatorie per le prossime politiche, finalizzate a far riconoscere il ruolo della cultura per ciò che ciò che OCSE descrive come l'economia del benessere (2019), far progredire le conoscenze esistenti e sostenere i diversi attori in campo. Culture4Health, al quale OMS ha attivamente partecipato, si concluderà a giugno, ma ha già prodotto un primo report che discende dall’analisi di oltre 300 studi emersi negli ultimi anni e mappato oltre 700 progetti sviluppati in Europa (puoi leggere qui il nostro commento).

Nel suo report C4H segnala un lavoro di riferimento pubblicato già nel 2020 da OMS Region Europa "Arti e salute: sostenere il benessere mentale delle persone costrette a migrare che rende palese il ruolo della partecipazione culturale per sostenere le persone migranti, rifugiate e coloro che se prendono cura: nel favorirne l’espressione per superare i traumi, maturare competenze, far sentire la propria voce, creare reti di supporto: effetti che si riflettono sulla comunità ospitante, promuovendo l’accettazione, l'inclusione, la coesione sociale e l’appartenenza, presupposti per la serenità e il benessere.

Sappiamo quanto la patologia mentale sia gravata da stigma e quanto le arti possano dare un supporto per combatterlo (Gaiha et al 2021), come possiamo vedere nel caso del benessere mentale degli adolescenti, altra sfida chiave che ha preso corpo nell’ultima decade ed è stata resa più leggibile dall’accelerazione pandemica. Le attività creative –visive, letterarie, musicali, performative- hanno dimostrato il loro impatto positivo nel favorire l’espressione, contenere le emozioni e i comportamenti negativi partendo dall'ambiente scolastico (Fluharty et al 2021) (Fluharty et al 2022), contribuire alla riduzione del rischio di assunzione di alcol e fumo, nonché migliorare le relazioni di mutuo aiuto tra gli adolescenti (Bone et al 2022) e contrastare la depressione, con le sue conseguenze.

OMS Region Europa ha contribuito al progetto di Voices of Culture, il dialogo strutturato promosso dalla Commissione Europea con le organizzazioni culturali, che nel luglio scorso è stato dedicato a questa priorità di salute pubblica. Il percorso ha portato a un report pubblicato agli inizi del 2023 con piste di sviluppo che abbiamo condiviso su questo blog. Ogni report porta indicazioni ai policy makers.

Lo sviluppo passa attraverso il rigore metodologico

Se è evidente il valore espresso dalle attività culturali, in tutto l’arco della vita, dal periodo perinatale all’invecchiamento attivo, OMS si richiama ad alcune note di cautela.

Liberare i potenziali benefici della cultura per la salute e il benessere richiede azioni concertate tra i diversi attori. In primo luogo, è necessario un sostegno politico, strategico e di investimenti dedicati che riconoscano la cultura come parte integrante di una visione olistica incentrata sulla promozione della salute a lungo termine e sulla prevenzione delle patologie, in un quadro di equità sociale, di contrasto alle diseguaglianze di opportunità, alla povertà educativa e relazionale che spesso è matrice di povertà economica e diseguaglianza di salute. Se la cultura fa bene alla salute, la partecipazione culturale è diseguale, sia in termini di accessibilità economica che di back ground della popolazione nel riconoscerla come risorsa.  Occorrono interventi sistemici e multimodali. La Salute è compito di ogni politica, come indicato dalla conferenza di Helsinki del 2013.

Le attività culturali vanno riconosciute come complementari alle risposte mediche tradizionali, contribuendo a ribaltare un paradigma che si basa prevalentemente su un sistema di assistenza, rispetto a un modello che pone al centro le persone con le loro potenzialità. Per favorirlo, nel 2022, da un lavoro congiunto, la World Health Organisation(WHO), la Social Prescribing Academy, il World Health Innovation Summit  (WHIS) e UNGSII Foundation, hanno pubblicato e diffuso il Playbook Global Social Prescribing Alliance, una risorsa per diffondere buone pratiche rivolte a migliorare la salute e il benessere delle persone e delle comunità, a sostenere servizi sanitari e creare nuove opportunità di lavoro, in un’ottica di sostenibilità sociale, economica e sanitaria, dando chiare indicazioni ai policy makers su come implementare la prescrizione sociale (se vuoi approfondire ne abbiamo parlato qui). E occorre diffondere e favorire il dialogo. OMS ha dato un contributo con cicli di eventi diffusi nel mondo, le Healing Arts Initiatives e le arti sono state legate alla promozione del World Health Day '22, connettendo la salute delle persone al benessere del pianeta, in un’ottica One Health.

Ma se le arti con interventi promettenti, a basso rischio e l'alto beneficio, dimostrano il loro valore anche nella gestione dei sintomi di gravi malattie mentali -schizofrenia, disturbi correlati a traumi, depressione maggiore, disturbo bipolare- (Chiang, Reid-Varley, Fan 2019) la mancanza di rigore metodologico impedisce la replicabilità, la scalabilità.

Per contribuire allo sviluppo di queste prospettive, nel 2023 OMS ha dato una svolta alla sua strategia in tema: con il Jameel Arts & Health Lab, nato dalla collaborazione tra OMS Region Europa con la Steinhardt School della New York University (NYU), la Community Jameel e CULTURUNNERS viene varato un laboratorio per coordinare e promuovere la ricerca sull'efficacia e il valore che le arti e la creatività possono avere nel migliorare la salute e il benessere.

Una chiara direzione di futuro, che passa anche dalla creazione di nuove competenze integrate, dall’alta formazione alla formazione continua, tra settori.

avatar

Catterina Seia

Co-Founder e Presidente CCW-Cultural Welfare Center; Co-Founder e Vice-Presidente della Fondazione Fitzcarraldo; Vice-Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna

Può interessarti anche