La fibromialgia è una condizione tanto invalidante quanto misteriosa, la cui diagnosi è molto difficile perché mancano marcatori specifici e sintomi che non possano essere confusi con quelli di altre patologie. Tutto ciò costringe i malati – secondo alcune stime sarebbero, negli Stati Uniti, il 2% della popolazione adulta, ovvero più di 4 milioni di persone (ma percentuali simili valgono anche per i Paesi europei) – a lunghi pellegrinaggi tra diversi specialisti, diagnosi errate e abuso di antidolorifici, nel tentativo di attenuare almeno i sintomi peggiori, e cioè il dolore diffuso e cronico, la cefalea, la sensazione di rigidità dei muscoli, l’affaticamento, l’ansia, la depressione e la difficoltà di concentrazione e di memoria. Ma ora, grazie a uno studio pubblicato sul Journal of Biological Chemistry dai ricercatore della Ohio State University (USA), la diagnosi potrebbe diventare più facile. Utilizzando una tecnica chiamata spettroscopia vibrazionale (che, semplificando al massimo, misura il livello di energia delle molecole all’interno del campione), i ricercatori sono infatti riusciti a definire un profilo biochimico tipico della malattia, individuabile con un semplice prelievo di sangue, e relativo a un insieme di proteine che sembrano essere altamente specifiche.
Gli studiosi hanno prelevato il sangue a 50 persone con fibromialgia accertata, a 29 persone con artrite reumatoide, a 19 con osteoartrosi e a 23 con lupus eritematoso sistemico (tutte condizioni simili, per quanto riguarda alcuni sintomi). Una parte di questi campioni di sangue è stata esaminata sapendo già in partenza qual era la patologia dei pazienti, in modo da elaborare – tramite la spettroscopia vibrazionale e altre tecniche diagnostiche – un “profilo” per ognuna delle patologie (fibromialgia, artrite reumatoide, osteoartrosi e lupus). Gli altri campioni di sangue sono stati analizzati, invece, in cieco (come dicono i ricercatori), cioè senza sapere a chi appartenessero. Ebbene, applicando i modelli biochimici che erano stati ottenuti grazie alla spettroscopia vibrazionale, i ricercatori sono riusciti a individuare i pazienti con la fibromialgia e quelli con le altre patologie.
Ora si procederà a test su 150-200 persone, e se tutto andrà bene l’esame potrebbe essere standardizzato e diventare disponibile per tutti entro cinque anni. Nel frattempo i ricercatori sperano di scoprire, tra le molte già associate alla malattia, qualche proteina più importante delle altre, che possa essere usata come marcatore unico o come bersaglio per terapie specifiche.