Quella dei giovani di oggi è la prima generazione a vivere perennemente connessa nel web, in un mondo dove i confini sono stati aboliti e il tempo scorre molto più velocemente. Per la prima volta l’uso eccessivo dei media digitali emerge come una nuova forma di dipendenza, equiparabile a vizi tradizionali come fumo, droga e alcol.
C’è una sottile linea, quasi impercettibile, che separa il “buon uso” dall’abuso, la necessità di utilizzare gli smartphone per scopi pratici e sociali dalla paura di perdersi qualcosa e lo stress di dover rimanere costantemente connessi.
Cosa accade, dunque, quando questa linea viene oltrepassata, e il desiderio di controllare il telefono domina ogni altro aspetto della nostra vita? È un interrogativo cruciale, considerando gli impatti psicologici, sociali e persino fisici che una dipendenza da smartphone può avere soprattutto sui giovani.
In Svizzera, i numeri sono significativi: il 60% dei bambini tra i 10 e gli 11 anni possiede già uno smartphone, mentre il 25% dei bambini tra i 6 e i 7 anni ha accesso a un tablet personale (studio MIKE 2021)1 . Si tratta di un trend in costante crescita, con sempre più genitori che equipaggiano i propri figli fin dalla più tenera età con dispositivi digitali, spesso affidando a telefonini e smartphone il ruolo di babysitter.
Questo scenario non solo richiama l’attenzione sullo stile di vita digitale dei giovani, ma accende i riflettori sui possibili impatti che questo panorama tecnologico potrebbe avere sul loro benessere.
Nel contesto iper-connesso in cui viviamo, la tecnologia è diventata un'ossessione diffusa, accessibile ovunque e per tutti. Ci siamo così abituati che non ci sorprendiamo più quando vediamo giovani preferire uno schermo ai passatempi tradizionali, allo sport e persino alla socialità "offline" che tanto ci manca dei bei tempi passati.
Tuttavia, dietro questa normalità apparente si cela una realtà preoccupante. Dietro i dispositivi digitali e le app social si nascondono giovani fragili, pronti a cadere nel panico al solo pensiero di restare disconnessi. Per loro, la mancanza dello smartphone significa sentirsi persi, immersi in un senso di vuoto che li spaventa.
I segnali di dipendenza sono evidenti: insonnia, irritabilità, perdita di interesse per altre attività e la necessità di mentire sul tempo trascorso davanti allo schermo. Secondo il Dott. Stefano Vicari, Ordinario di Neuropsichiatria Infantile all’Università Cattolica di Roma e Primario della UOC di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, “quando internet diventa la priorità assoluta e si verificano sintomi di astinenza, è chiaro che c'è un problema di dipendenza” 2.
Questa dipendenza non riguarda solo lo schermo, ma può anche manifestarsi attraverso il gioco d'azzardo, lo shopping compulsivo, l'information overload addiction (la ricerca compulsiva di informazioni online), la cyber sexual addiction (l'uso eccessivo di siti pornografici) e la cyber relationship addiction (l'abitudine incontrollata di cercare relazioni su internet).
Laura Marciano, Ricercatrice associata presso l'Harvard T.H. Chan School of Public Health, Boston, nell’articolo sul tema 3, pubblicato su Ticino Scienza, ci ricorda che “solo due sono i disturbi riconosciuti, ossia il Disturbo da gioco d’azzardo e il Disturbo da gioco online. Invece, ciò che viene definito come “dipendenza da Internet” o “social media” non è una vera diagnosi, per questo ci si riferisce a questi concetti con il termine di uso problematico”.
Un aspetto cruciale è rappresentato dalla natura delle applicazioni e dei giochi progettati appositamente per questo pubblico giovane. Questi strumenti digitali sono attentamente concepiti per catturare l'attenzione e suscitare un coinvolgimento continuo, spingendo gli utenti verso una ricerca incessante di gratificazione. In particolare, queste piattaforme sono progettate per agire sul sistema dopaminergico, il quale regola il delicato equilibrio tra sensazioni di gratificazione e frustrazione.
Le caratteristiche distintive di tali contenuti - dalla loro vivace colorazione ai loro elementi psicostimolanti - creano un'esperienza coinvolgente e altamente eccitante per gli adolescenti. È importante sottolineare che il rischio di sviluppare dipendenza non è limitato agli individui con predisposizioni o problematiche pregresse, piuttosto, tutti gli adolescenti sono potenzialmente vulnerabili a causa della natura stessa di tali stimoli digitali.
Inoltre, è importante considerare il contesto unico dell'adolescenza, caratterizzato da una serie di cambiamenti fisici, emotivi e sociali. Gli adolescenti si trovano ad affrontare una fase della vita intrisa di turbamenti e ansie, durante la quale si confrontano con un'ampia gamma di emozioni intense. In questa fase di crescita ed esuberanza, gli adolescenti sperimentano per la prima volta una serie di pulsioni e desideri che spesso si manifestano in modi difficili da gestire. La presenza costante degli smartphone nella loro vita quotidiana offre una via di fuga immediata per placare tali impulsi, anche durante le attività scolastiche.
La FOMO, acronimo di "Fear of Missing Out" (paura di perdere qualcosa), rappresenta un fenomeno diffuso tra i giovani di oggi. Quest’ ansia di essere esclusi o di perdere momenti significativi online spinge molti a mantenere una presenza costante sui social media e sulle piattaforme digitali. Il timore di non essere i primi a sapere ciò che accade o di non partecipare a eventi importanti crea uno stress continuo, spingendo così i giovani a controllare incessantemente i propri dispositivi e ad essere sempre connessi.
Parallelamente, la società odierna impone una pressione sempre maggiore sul concetto di disponibilità costante. I giovani si trovano a dover rispondere alle aspettative di essere sempre reperibili, sia virtualmente che fisicamente. Questo senso di dover essere costantemente disponibili può risultare gravoso e contribuire ulteriormente al proliferare della FOMO.
Le grandi aziende e i marketer hanno una profonda conoscenza dei giovani, spesso superiore a quella dei genitori. Sanno che i ragazzi rispondono principalmente in base alle emozioni. Per questo, è fondamentale che le emozioni siano indirizzate in modo costruttivo e che i giovani siano educati a riconoscere e gestire le proprie sensazioni. Questo può avvenire attraverso l'istruzione, la cultura e un solido supporto sia da parte delle istituzioni che della famiglia.
Per mitigare i rischi associati all'uso eccessivo della tecnologia e promuovere un equilibrio sano, è dunque essenziale adottare un approccio che riconosca sia gli aspetti positivi che quelli negativi della sua presenza nella vita quotidiana dei giovani.
Educare i giovani sull'importanza di un utilizzo consapevole e responsabile della tecnologia diventa quindi fondamentale. Questo può includere l'impostazione di limiti di tempo per l'uso degli schermi, incoraggiando attività offline come lo sport, l'arte e il tempo trascorso all'aria aperta, nonché promuovendo un equilibrio tra le attività digitali e quelle analogiche.
Inoltre, è cruciale fornire ai giovani le competenze necessarie per navigare in modo sicuro e critico nel mondo digitale, insegnando loro a valutare le fonti di informazione, proteggere la propria privacy online e affrontare eventuali situazioni di cyberbullismo o abuso.
Allo stesso tempo, è importante sottolineare i benefici della tecnologia, come l'accesso all'istruzione e all'informazione, la possibilità di connettersi con persone di diverse culture e background e le opportunità per l'espressione creativa e l'innovazione.
Negli ultimi anni, IBSA Foundation ha promosso varie iniziative per sensibilizzare sull'importanza di un rapporto equilibrato con la tecnologia. Un esempio è il concorso "Digitale On-0ff", del 2023, in collaborazione con Lugano Living Lab, che ha utilizzato un linguaggio innovativo per informare un pubblico intergenerazionale sulle dipendenze digitali. Coinvolgendo attivamente i giovani tramite la creazione di video animati, ha promosso consapevolezza ed educazione digitale in modo coinvolgente. Nel 2022, l'iniziativa "Digitale consapevole" ha svelato i "trucchi nascosti" del mondo digitale, unendo psicologia e gioco grazie al contributo del mentalista svizzero Federico Soldati. La psicologia, elemento comune tra tecnologia e arti performative come la magia, è cruciale per comprendere l'efficacia delle tecniche persuasive.
L’iniziativa in programmazione per il 2024, Happiness 2.0, in collaborazione con USI, Università della Svizzera italiana rappresenta un progetto nuovo ed avvincente che propone attività di comunicazione basate sulla scienza per gli adolescenti ticinesi dai 14 ai 18 anni, ma non solo! Al cuore del dibattito c'è l'influenza dell'uso dei social media sul benessere degli adolescenti nel tempo, esaminando indicatori cruciali come la felicità e i processi di sviluppo, come la formazione della personalità e il bisogno di connessioni sociali. Happiness2.0 sarà in grado di offrire un'esperienza coinvolgente grazie al suo "HappyLab": due settimane di laboratorio di due ore, dove scienza e arte si fondono per esplorare questi temi in modo dinamico e stimolante.
Tutte queste attività contribuiscono a incoraggiare una mentalità equilibrata nei confronti della tecnologia, in cui vengono riconosciuti sia i rischi che i benefici, aiutando i giovani di tutte le età a sviluppare una relazione sana e sostenibile con il mondo digitale, consentendo loro di sfruttare appieno le opportunità offerte dalla tecnologia, riducendo i potenziali rischi associati al suo utilizzo eccessivo.
[1] ZHAW University - MIKE Study 2021
[2] Quotidianosanità.it - Dopo il Covid più bimbi e adolescenti dipendenti da telefonino, ecco i segnali da notare per genitori e pediatri
[3] Ticino Scienza a cura di Laura Marciano - Lo smartphone? Può essere anche un alleato e non solo un “nemico”
Piattaforma nazionale Giovani e media - Smartphone & tablet - onnipresenti
Pro Juventute Foundation - Dipendenza da cellulare
Fondazione Umberto Veronesi - Dipendenza da cellulare
MonAM -Sistema di monitoraggio svizzero delle Dipendenze e delle Malattie non trasmissibili - Utilizzo problematico dei social media