Skip to content
Paolo Rossi Castelli19 dic 20181 min read

Elettrodi dal naso al cervello per recuperare l’olfatto | Fondazione IBSA

I ricercatori del Massachusetts Eye and Ear di Boston (Stati Uniti) sono riusciti, con una tecnica d’avanguardia, ad attivare il senso dell’olfatto in tre volontari, sfruttando il principio degli impianti cocleari (i microchip inseriti nell’orecchio interno di persone con la sordità profonda, per ripristinare l’udito grazie a una stimolazione diretta del nervo acustico). In pratica, gli studiosi americani hanno inserito per via endoscopica, nei seni paranasali, particolari elettrodi, in grado di stimolare il bulbo olfattivo, cioè l’area del cervello in cui vengono elaborate le informazioni sugli odori che arrivano dal naso, e da lì poi inviate a regioni cerebrali più profonde. I ricercatori hanno descritto il loro esperimento sulla rivista scientifica International Forum of Allergy & Rhinology. Questa tecnica, che andrà affinata  ulteriormente, potrà aiutare le persone che soffrono di anosmia (perdita dell’olfatto) a recuperare la percezione degli odori.

Provato su cinque volontari sani, l’impianto ha avuto successo, come dicevamo, in tre di loro, che hanno affermato di percepire specifici odori in seguito alla stimolazione.

La perdita dell’olfatto provoca una disabilità più grave di quanto in genere si pensi, perché alla capacità di percepire gli odori sono legate le reazioni di allarme e difesa, ma anche le interazioni sessuali, l’appetito e l’individuazione del sapore del cibo, e molte altre funzioni ancora. L’anosmia è spesso causata da un’ostruzione nasale (gonfiori, polipi, sinusite), in parte superabile, ma a volte dipende da danni permanenti alle fibre sensoriali del naso, in seguito a trauma cranico, o a infezioni virali. Anche l’invecchiamento porta, in molti casi, alla graduale perdita dell’olfatto. Secondo alcune stime, circa il 5 per cento della popolazione soffre di questo problema. Ma con il procedere dell’età la percentuale sale moltissimo:  circa il 50 per cento degli ultra65enni, infatti, afferma di avere provato qualche deficit olfattivo.

«Al momento possiamo fare poco per questi pazienti – ha detto Eric Holbrook, responsabile della rinologia al Massachusetts Eye and Ear e professore associato di otorinolaringoiatria presso la Harvard Medical School. – Speriamo di riuscire finalmente a ristabilire l’odore nelle persone che non hanno più un senso dell’olfatto. Ora sappiamo che gli impulsi elettrici indirizzati verso il bulbo olfattivo possono ripristinare la percezione dell’odore, e questo è incoraggiante».

avatar

Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

You may be interested in: