Una fabbrica in miniatura di medicine (ma anche, potenzialmente, di molti altri composti chimici), a forma di foglia, che costa poco e che si alimenta con la luce solare: sembra troppo bello per essere vero. Eppure i ricercatori dell’Università di tecnologia di Eindhoven, in Olanda, che avevano già lavorato a un prototipo simile ma con più limiti, sono riusciti a realizzare questo mini bioreattore (si chiama così in termine tecnico), e ne hanno illustrato le caratteristiche sulla rivista Green Chemistry.
Uno dei punti di forza del nuovo dispositivo è la sua capacità di lavorare in condizioni anche molto diverse di luce, modulando l’attività – come una vera foglia – in base all’intensità luminosa. Se la luce è troppo forte, infatti, si rischia di avere molecole indesiderate, mentre se è troppo scarsa la reazione voluta potrebbe non procedere secondo le attese.
La capacità di adeguarsi alla luce è assicurata da tre elementi: un sensore in grado di quantificare l’intensità luminosa che colpisce i canali interni dove avviene la reazione (le nervature della foglia), e di produrre un segnale; un controllore che trasmette questo segnale a una micro-pompa; la pompa, appunto, che spinge le sostanze liquide necessarie per la reazione all’interno dei canali, evitando così che ne arrivino troppe o troppo poche. Tutto ciò è reso possibile da materiali chiamati concentratori solari luminescenti, che si comportano in modo simile a quello di alcune molecole presenti nelle piante.
La minifattoria potrebbe avere sviluppi importanti, secondo i ricercatori, vista l’efficienza, l’indipendenza da fonti energetiche fossili, la facilità d’uso e, non ultimo, i bassi costi: il “sistema” per adeguarsi alla luce non supera i 50 euro.