La scelta di lavorare in una RSA non sembra comune per una ragazza di 25 anni. Ma per Giulia è stata naturale: “Ho pensato alla mia laurea triennale in infermieristica e mi sono detta: cosa ci faccio io qui? Non posso allenarmi e non voglio essere inutile in un momento come questo. Ho un’abilità, usiamola” ha raccontato a Corriere.it.
In realtà, anche la sua esperienza di pallanuotista le sta tornando molto utile per affrontare questa nuova sfida, dove per reggere turni di lavoro estenuanti aiuta molto avere un fisico da atleta e una volontà di ferro: «Non mi aspettavo che fosse così impegnativo. Oggi, dalle 7 di mattina alle 9 di sera, credo di non essermi mai seduta e non vedo l’ora di andare a dormire. Ma oltre alla forma fisica è importante quella mentale, mantenere equilibrio, serenità, tenere il cervello in esercizio. Può sembrare strano, ma anche avere in testa gli schemi della pallanuoto e essere abituata a elaborarli è utile».
Giorno e notte Giulia continua a battersi, con la grinta e l’entusiasmo di sempre, per i suoi nuovi ‘compagni di squadra’: “In loro vedo i miei nonni. I nostri nonni hanno fatto tanto, dato tanto, tutta la vita, ora è il momento per noi di restituire”.