Come raccontare a una bambina di tre anni il ciclo di vita dei fiori e farle capire che è continuo e infinito? Se l’è chiesto Azuma Makoto, uno dei più grandi artisti floreali del mondo, alle prese con le domande tanto semplici quanto impegnative di sua figlia. La risposta che le ha dato è racchiusa nel video ‘Story of Flowers’: un’autentica opera d’arte, realizzata assieme all’illustratrice Katie Scott, dove la sensibilità e la cultura orientale s’incontrano felicemente con quella occidentale.
L’impatto visivo e la ricerca della bellezza interiore di fiori e piante – cifre stilistiche del giapponese Makoto – si fondono alla perfezione con “il desiderio di comprendere la natura e di codificarla nel tempo” che sostiene il lavoro della giovane illustratrice Katie Scott. L’artista inglese, in un’intervista a National Geographic esordisce con una riflessione non banale: “Ho imparato più concetti scientifici disegnando che sui banchi di scuola”. Come ama ricordare, tutto il suo lavoro è ispirato da un metodo che vuole combinare l’osservazione più accurata alla bellezza del disegno. E nel presentare “Animalium”, una grande raccolta di illustrazioni sulla biodiversità animale del pianeta, realizzata assieme all’autrice di libri per l’infanzia Jenny Broom, spiega che “I disegni che corredano gli attuali libri di testo sono anatomicamente perfetti ma altrettanto anonimi, mentre le illustrazioni dei grandi maestri del passato sono bellissime ma imprecise per i canoni attuali. Il nostro obiettivo era creare uno strumento che fosse scientificamente corretto e al contempo esteticamente gradevole”.
La visione di Makoto è invece ispirata da un amore assoluto per fiori e piante, che muove ogni sua forma d’espressione artistica. Come racconta lui stesso in un’intervista:
“I fiori sono un’entità già bella di per sé quando sbocciano semplicemente in un campo. Noi umani li rimuoviamo dal loro stato naturale tagliandoli via. E poi li leghiamo assieme. È quindi necessario trasformare tutto ciò in qualcosa di ancora più bello, in modo che la vita di questi fiori e piante non sia priva di significato. Collocandoli in una situazione estrema, per esempio nello spazio o in un deserto, posso dare loro una bellezza speciale, mostrandoli in un modo in cui nessuno li aveva mai visti prima. Quella forma di espressione è l’unica opzione praticabile per me.”
Dall’unione di questi due talenti e visioni differenti è nato ‘Story of Flowers’: un piccolo capolavoro di divulgazione scientifica che è anche buon esempio di cosa può produrre l’incontro tra arte e scienza.