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Paolo Rossi Castelli02 mag 20181 min read

Il DNA? In alcuni punti ha un'inedita forma a nodi

Come spiegano i libri di biologia, il DNA (cioè il codice genetico presente in ogni cellula) si avvolge in un’elegante doppia spirale (o doppia elica). Ma oltre a questa forma classica, largamente predominante, ve ne sono anche alcune altre che si possono formare temporaneamente, una delle quali – una sorta di nodo con quattro avvolgimenti – è appena stata isolata in cellule viventi per la prima volta: finora, infatti, era stata rinvenuta solo in condizioni sperimentali, e si ipotizzava che potesse essere un artefatto non esistente in natura. 

In realtà, invece, esiste e potrebbe avere compiti specifici. A permettere la sua individuazione è stata una tecnica molto sofisticata messa a punto dai genetisti e dagli esperti di microscopia del Garvan Institute of Medical Research di Darlinghurst, in Australia, che hanno pubblicato i risultati dei loro studi sulla rivista Nature Chemistry. 

Nella forma a nodi uno dei filamenti della doppia elica si “aggroviglia” e presenta inediti legami fra le “basi” di citosina presenti al suo interno. Forse è opportuno ricordare che ognuno dei due filamenti del DNA (insieme formano la doppia elica) è composto da quattro tipi di “elementi” fondamentali: citosina, guanina, adenina e timina. Nella forma classica della doppia elica i due filamenti sono uno di fronte all’altro, e le basi si abbinano in modo rigido secondo lo schema adenina-timina e citosina-guanina. Nei tratti annodati, invece, all’interno dello stesso filamento si creano “anomali” accoppiamenti citosina-citosina. 

Perché avviene questo? Forse – ipotizzano i ricercatori – il nodo potrebbe servire alla cellula, quando si duplica (ma solo nei primissimi momenti), per leggere in modo più efficiente la sequenza delle basi. Non per niente le forme a nodi del DNA sono state trovate soprattutto nelle zone del codice genetico che regolano la replicazione cellulare e nei telomeri, cioè nella parte finale dei cromosomi, che tendenzialmente si accorcia ogni volta che la cellula si duplica (e rappresenta, così, una sorta di marcatore dell’invecchiamento). 

Non è facile, in verità, interpretare la funzione di quei “nuovi” tratti del DNA, ma questo tipo di ricerche è importante per capire sempre meglio come funzionano le cellule, e cosa succede quando qualche passaggio non va come previsto. Gli studi continueranno.

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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