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Il potere del canto corale sulla salute e sulla comunità

Scritto da Catterina Seia | 30 dic 2024

“Canta, che ti passa” è un modo di dire che, come molti, è basato su evidenze scientifiche. Ma che cosa ti passa esattamente? Esistono Numerosi studi che certificano i risultati positivi per del canto corale sulla salute , psicologica, sociale e fisica. del cantare in un coro. Vediamoli.   

Una ricerca svolta dalle Università di Yale e Harvard nel Connecticut indica che, nelle città che avevano un coro, l’età media della popolazione era sensibilmente più alta. Il canto corale risulta particolarmente benefico nel favorire di processi di invecchiamento sani: non solo promuove occasioni per contrastare l’isolamento sociale delle persone anziane, ma è in grado di migliorare la memoria e la concentrazione.

È stato scientificamente provato, infatti, che il volume della materia grigia degli individui che cantano, aumenta in alcune regioni dell’emisfero destro deputate alla memoria. Non a caso, sia la British Alzheimer’s Society che la Alzheimer ’s Association negli Stati Uniti utilizzano il canto per aiutare i pazienti e i loro caregivers. In modo specifico è stato dimostrato che le persone con disturbi mentali ricevono dal canto molti benefici a livello cognitivo. In particolare, la pratica corale si rivela molto efficace nel trattamento della depressione, come dimostra Music and Motherhood, un progetto pensato per sostenere il ben-essere emotivo delle neomamme, contrastando la depressione post partum attraverso il canto di gruppo: il progetto è stato promosso e coordinato dall’Ufficio Regionale per l'Europa dell'OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità, con un pilota in Inghilterra implementato in seguito in paesi con diverse culture, in Danimarca, Romania e Italia e ha previsto delle azioni di ricerca sul campo, di cui i risultati sono stati recentemente pubblicati su riviste ad alto impatto.

I benefici del canto  

A livello di salute generale, le evidenze attestano che cantare aumenta la funzionalità del sistema immunitario: chi canta per un’ora di seguito aumenta i livelli di citochine, proteine prodotte dal sistema immunitario, come ha rilevato uno studio del Tenovus Cancer Care Center in collaborazione con il Royal college of Music di Londra. Particolari benefici apportati dal cantare riguardano anche la salute cardiaca.

Questa disciplina, inoltre, consente di lavorare sulla respirazione, rallentandola: una respirazione corretta favorisce l’ossigenazione, diminuisce la pressione arteriosa, come evidenzia una ricerca dell’American College of Rheumatology.

Il canto è infatti una forma di respirazione guidata che coinvolge la variabilità del battito cardiaco (HRV) e l’aritmia respiratoria sinusale (RSA), una variazione del battito naturale che si verifica durante un ciclo di respirazione: da una ricerca è emerso che la combinazione di questi elementi aiuta le funzioni cardiovascolari, oltre a provocare biologicamente un effetto calmante. Una respirazione corretta stimola inoltre l’attività del nervo vago, che regola funzioni quali l’umore, il sonno e l’appetito.

Cantare richiede una postura corretta - lavora sulla percezione corporea, sull’equilibrio e sul rilassamento per allentare tensioni del collo e delle spalle - e allena la muscolatura facciale, spesso trascurata e irrigidita. Questi benefici a livello fisico hanno ovviamente delle ricadute a livello psicologico e sociale e viceversa. Numerosi studi hanno riportato che cantare in coro migliora il rilascio di endorfine e serotonina, considerati “gli ormoni della felicità”, che attivano sinapsi, rilassando e liberando dalle inibizioni chi canta.

Una ricerca condotta dall’Università della California ha testato il livello di cortisolo (ormone rilasciato in situazioni di stress) di alcuni soggetti, prima e dopo aver cantato in coro: è emerso che cantare porta a un decremento del livello di cortisolo, con conseguente crescita di pensieri positivi e soddisfazione.

Essendo un’attività di gruppo, inevitabilmente crea relazioni forti tra i partecipanti, non solo a livello sociale ma anche biologico. Uno studio realizzato in Svezia ha dimostrato che i profili di variabilità della frequenza cardiaca tendono a conformarsi tra i cantori di uno stesso coro.

Il canto come risorsa di integrazione culturale e sociale 

Funziona in tutte le culture? Un caso significativo dei benefici fisici, psicologici e sociali del cantare in un coro è costituito in Italia dall’esperienza Barolo Arti per la Comunità (BAC), progetto di public engagement seguito dall’Università di Torino, che ha avviato un programma di ricerca in tema. Una rassegna della letteratura sul coro come strumento di integrazione per persone straniere, pubblicata dal CELSI (Central European Labour Studies Institute), ha accompagnato la creazione del progetto Bread and Roses, un coro multietnico dedicato a donne di generazioni e culture diverse per sostenere il loro benessere, migliorare le loro life skills e lavorare sulla loro identità femminile e sul loro ruolo nella società attuale.

Da questa indagine, è emerso che il coinvolgimento attivo in cori di persone migranti porta ben-essere psicologico, maggiore autostima e un senso di autoefficacia che spinge le persone ad affrontare in modo più costruttivo i problemi quotidiani e a migliorare il rapporto con gli altri nel Paese di destinazione.

Cantare insieme provenendo da diverse culture permette inoltre di superare stereotipi condividendo un contenuto comune che unisce e permette di superare le differenze. Inoltre, la musica può contribuire al processo di acculturazione e alla promozione di un senso di appartenenza alla comunità.

La review, tuttavia, indica che negli studi mancano spesso molte informazioni specifiche rispetto al tipo di attività svolta (organizzazione e orari dell’attività, modalità di selezione dei membri del coro e delle musiche, informazioni sul direttore del coro) che rendono meno puntuale l’identificazione e la riproposizione di attività corali che possono essere benefiche. Inoltre, ci sono alcuni punti deboli delle ricerche finora realizzate: in particolare, gli esperimenti randomizzati sono pochi e con partecipanti limitati.

Cantare è davvero una possibilità per tutti 

Il canto corale costituisce una potente risorsa di salute facilmente fruibile a tutti, senza grandi barriere linguistiche o fisiche.
Rispetto all’idea di essere intonati o stonati, infatti, la statistica è di conforto: uno studio dimostra che appena il 5% dell’umanità è realmente stonata.

Il restante 95% è eventualmente solo ineducato, nel senso che non sa come utilizzare la voce per cantare, ma può imparare.

Come raccomanda la literature review dell’Università di Torino, per questo percorso promettente, occorre investire in studi rigorosi, al fine di far evolvere queste risorse di comunità in un quadro di prescrizione sociale per perseguire i molti obiettivi di qualità della vita di cui già esistono numerose evidenze di efficacia.

 

         

 

A cura di Catterina Seia (Presidente CCW – Cultural Welfare Centre) e Marta Reichlin (PhD, Cultural Welfare Center (CCW), Research Area)