Il linguaggio dei comics è uno straordinario mezzo di divulgazione scientifica, che si rivolge soprattutto ai giovani, ma non solo. Ne è la prova Let’s Science, il progetto di IBSA Foundation.
Partiamo dall’inizio: cos’è il fumetto? Le definizioni sono molteplici.
Fino agli anni ‘60, in Italia si chiamavano giornaletti, forse anche in senso un po’ dispregiativo, sottintendendo che si trattava di un sottoprodotto culturale. Poi, Umberto Eco li sdoganò in “Apocalittici e integrati”, facendo entrare il fumetto (comic) nel mondo della cultura con la C maiuscola. Will Eisner definisce il comic come arte sequenziale e Scott McCloud ne identifica lo specifico semiotico nello spazio bianco tra le due vignette, che chiama closure.
Ma forse per i fumetti vale un aneddoto che circolava su Eduardo de Filippo. Un giorno ricevette una telefonata: “Pronto, Maestro, qui è la televisione!” Ed Eduardo: “Nu momento che te passo ‘o frigorifero!” La televisione è solo un elettrodomestico e il suo valore dipende esclusivamente dal contenuto.
I comics sono un mezzo di comunicazione visiva prevalentemente a target basso, la cui qualità è data dalle storie che vi sono contenute. I fumetti sono intrattenimento e fondano il loro linguaggio sulla semplicità e l’immediatezza. Non sono fatti per essere letti in biblioteca, ma in treno o sull’autobus o, perché no, in bagno. Del resto, spesso, le loro dimensioni (formati) sono state pensate per entrare nella tasca di un cappotto, proprio per poterseli portare e leggere ovunque. Pertanto, i ragazzi non associano la lettura del fumetto a un momento di studio, magari noioso, complicato e difficile, bensì a un momento di svago.
La divulgazione a fumetti
Perciò i comics sono forse il mezzo più adatto a veicolare presso i più giovani argomenti per i quali potrebbero non avere troppo interesse.
Tutti ricordano “La Storia d’Italia a fumetti” di Enzo Biagi o “I Grandi Miti Greci a Fumetti” di Luciano De Crescenzo. Ma, per esempio, La Scuola Romana dei Fumetti, ha realizzato addirittura “L’Opera a Fumetti”, in cui viene raccontata la trama di alcuni melodrammi rappresentati in una stagione lirica di “Caracalla” a Roma. E anche delle commedie di Eduardo de Filippo è stata fatta la trasposizione a fumetti dalla Scuola Italiana di Comix. In sostanza, il fumetto non pretende di sostituirsi al testo originale né di semplificare la complessità di alcune opere, ma piuttosto di suscitare curiosità e interesse.
L’associazione parola-immagine favorisce la comunicazione con utenti non necessariamente “smaliziati”, nel senso usato da Umberto Eco per definire una determinata categoria di lettori. Pensiamo, per esempio, a un corso di lingua italiana per stranieri. L’uso dell’icona fumetto, associato alla parola corrispondente, facilita l’apprendimento. Non solo per l’immediata comprensione del significato, ma anche perché consente di collegare un vocabolo a un’immagine e quindi di mettere in funzione sia la memoria logico-concettuale sia quella visiva.
Non dobbiamo però dimenticarci mai che il fumetto è un’arte sequenziale e che, perciò, non va confuso con un testo illustrato. Il comic si esprime attraverso il racconto e non con un singolo disegno, una singola vignetta. Non è dunque sufficiente mettere un’immagine accanto a un discorso scritto, per comunicare attraverso il fumetto: bisogna operare una vera e propria trasposizione, riducendo a fumetti questa o quella informazione.
Let’s Science e i fumetti
Tradizionalmente il fumetto viene identificato con l’avventura. Sono avventurosi i supereroi americani, da Batman a Spiderman, e lo sono gli eroi nostrani da Tex a Dylan Dog. Per questo appassionano, perché sono avvincenti, pieni di suspense e stimolano empatia e identificazione con i personaggi.
La sfida ampiamente vinta da Let’s Science è proprio questa. Il fumetto è stato messo al centro di un complesso progetto di divulgazione scientifica che coinvolge esperti e scienziati di vari ambiti, i quali incontrano e spiegano le loro materie ai ragazzi delle classi medie del Canton Ticino per poi scrivere un testo divulgativo.
Sono gli studenti stessi a scrivere la trama del fumetto e a delinearne graficamente i personaggi. E così virus e batteri, per fare un esempio, diventano eroi o antagonisti di un’avventura, al pari di Batman e Joker. L’mRNA, di cui oggi tanto si parla, assume un corpo, un volto e un costume, volando come Superman o correndo come Flash. I ragazzi si divertono a immaginare e a progettare, ma per far questo, devono comprenderli. Saranno poi i professionisti, sceneggiatori, disegnatori e coloristi della Scuola Romana dei Fumetti, a realizzare il fumetto che verrà infine pubblicato, insieme al testo dell’esperto, in un volumetto edito da Carocci editore e distribuito a tutte le classi delle scuole medie del Canton Ticino.
Ma attraverso il fumetto non si fa solo educazione scientifica. I temi, scelti di volta in volta dal DECS (Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport) in accordo con IBSA Foundation, riguardano anche argomenti di educazione sanitaria come l’alimentazione. E quindi il fumetto diventa veicolo non solo di informazioni ma anche di comportamenti corretti.
Un mezzo sicuramente più efficace, in questo senso, di una lezione cattedratica o di atteggiamenti paternalistici, poiché non è solo vicino ai ragazzi, ma è realizzato dai ragazzi stessi. Il fumetto è un mezzo per tutti e con il quale tutti si possono esprimere.