Le molecole chimiche hanno un orientamento nello spazio: possono essere rivolte verso destra o verso sinistra, assumendo due forme speculari l’una rispetto all’altra. Nella maggior parte dei casi queste due forme sono entrambe presenti e hanno, spesso, caratteristiche chimico-fisiche differenti. Il diverso orientamento è molto importante in farmacologia, perché a volte solo una delle due forme (sinistra o destra) è attiva, dal punto di vista biologico. In alcuni casi, addirittura, una delle due è tossica.
Questa circostanza, molto rara, si è verificata, per esempio, con il talidomide, un medicinale antinausea somministrato negli anni Sessanta alle donne in gravidanza, che ha provocato migliaia di casi di malformazioni nei neonati, perché non si sapeva che solo una delle due forme chimiche funzionava contro la nausea (quella destra), mentre l’altra innescava un potente effetto anti-angiogenesi (cioè inibiva la formazione dei vasi sanguigni), causando gravissimi danni ai feti in crescita. Questo è accaduto, in realtà, anche perché le regole sulle sperimentazioni, in quel periodo, erano molto blande e ben poco definite, rispetto a quelle attuali.
Comunque sia, separare le due forme chimiche, destra e sinistra (in termine tecnico: i due enantiomeri), è sempre stato un processo complicato, costoso e da mettere a punto per ogni molecola. Non sempre viene fatto, nonostante le raccomandazioni della Food and Drug Administration (FDA) americana e di altre autorità di controllo, che chiedono da tempo di proporre solo una delle due forme, la destra o la sinistra. Ma anche in altri settori, al di là di quello farmaceutico, si pone questo problema: per esempio, in quello agrochimico, dove ben difficilmente viene eseguita la separazione, anche se è noto che una sola delle due forme di una sostanza, per esempio, è attiva contro le erbe infestanti o gli insetti.
Ora, però, due gruppi di ricerca israeliani, uno del Weizmann Institute of Science, di Rehovot, e uno dell’Università Ebraica di Gerusalemme, hanno messo a punto una tecnica che potrebbe facilitare notevolmente le cose, partendo da una nota proprietà fisica: ogni enantiomero interagisce con un polo magnetico diverso. Il metodo, illustrato sulla rivista Science, permette di separare le due forme in base a tale comportamento in modo economico, semplice e universale, perché vale per qualunque sostanza.