La gravidanza, il dare alla luce una figlia, un figlio, rappresenta uno dei periodi più alti della vita di ogni donna, che cambia tutta l’esistenza. Genitori si diventa e ci vuole tempo. Prendersi cura di un bambin* piccol* può essere stressante e faticoso.
Gli studi confermano la frequenza di ansia e stress dopo il parto, fenomeno complesso, influenzato da molti fattori sociali, ma che fisiologicamente interessa in primis il sistema endocrino. Nelle diverse fasi della gravidanza si osservano infatti variazioni significative nella composizione degli ormoni circolanti, a partire dalle gonadotropine corioniche, cambiamenti che riguardano progesterone, estrogeni, prolattina, endorfine, relaxina, ossitocina, prostaglandine. Dopo il parto si verificano ulteriori scossoni nella concentrazione e nel riequilibrio di questi stessi ormoni.
Depressione post-partum e disturbi temporanei
A poche ore dal parto il 50% delle neomamme presenta disturbi temporanei dell’umore che si stabilizzano solitamente in fretta. Si esprimono con tristezza, pianto, labilità emotiva, diminuzione dell’appetito, problemi di sonno, perdita di interesse per le attività abituali, sentimenti di incapacità di prendersi cura del bambino e preoccupazione per il benessere dello stesso. I sintomi, che rientrano nella normalità, sono noti come «baby blues», ”(Earls, 2010; Gavin et al., 2005; Reck et al., 2006; Sriraman et al., 2018).
A volte la vulnerabilità permane per più di due settimane e può condurre a una patologia complessa, la depressione post-partum (Earls, 2010; O’Hara et al., 2013; Schiller et al., 2015; Sriraman et al., 2018). È una delle ripercussioni più temute al termine della gravidanza e non è rara. Colpisce durante il primo anno una neomamma su otto, non prima di un mese dopo il parto. Le neomamme che sospettino di essere depresse dovrebbero chiedere aiuto il prima possibile perché i disturbi potrebbero peggiorare, o durare per diversi mesi. Porta cambiamenti fisici, mentali ed emotivi, che includono bassa autostima, irritabilità e un declino delle relazioni sociali importanti (Slomian et al., 2009; Wisner et al., 2013), condizioni che possono influenzare negativamente la relazione tra mamma e bambino (Righetti et al., 2002; Murray et al., 1996), avere un forte impatto anche sul resto della famiglia e generare pensieri “spaventosi” ricorrenti, come per esempio, la paura di far del male al bambin*.
Le raccomandazioni internazionali sottolineano l’importanza di individuare e trattare tempestivamente questi disturbi in contesti non stigmatizzanti e rispettosi del ciclo di vita della donna. In alcuni casi, anche il neo-padre potrebbe aver bisogno di un supporto psicologico e, va incoraggiato a farsi aiutare il prima possibile. Affrontare da soli il malessere è errato perché esistono molte strade per recuperare energia positiva. È consigliabile parlarne con il medico di base o con l’ostetrica. Molte ostetriche sono formate nel riconoscere la depressione post partum, a fornire supporto e aiuto e possono indicare a chi rivolgersi per superarla. Come evidenzia l’ISS-Istituto superiore di Sanità italiano, la depressione è una malattia come le altre, non bisogna sentirsi in colpa se si è depressi, in quanto può succedere a chiunque. Essere depressa non vuol dire essere una cattiva madre e rischiare di perdere il bambin*.
Depressione post-partum: le cure
Diversi tipi di interventi prenatali e postnatali sono stati sviluppati negli ultimi anni per migliorare il benessere delle neomamme e prevenire possibili disturbi con il giusto aiuto e supporto, che può includere strategie di mutuo aiuto o terapie psicologiche e/o farmacologiche. La Food and Drug Administration (Fda) americana ha recentemente approvato il primo farmaco per il trattamento della depressione post partum: una pillola per ritrovare energia sviluppata da Sage Therapeutics e Biogen.
Terapie alternative per curare la depressione post-partum
Interventi olistici, privi di effetti collaterali, dallo yoga alla meditazione, al massaggio comprovano la loro efficacia. A fronte delle evidenze scientifiche crescenti, sta guadagnando attenzione il contributo della musica al miglioramento dello stato emotivo, sia a livello attivo di pratica che passivo di ascolto come tecnica di rilassamento (Carolan et al., 2012; Persico et al., 2017; Wulff et al., 2020). I risultati includono gli effetti positivi sulle increzioni ormonali, come un minore livello di cortisolo (“l’ormone dello stress”) e un maggior livello di ossitocina (“l’ormone della felicità” che influisce positivamente nei legami). Negli interventi prolungati si sono osservati una maggiore percezione di autoefficacia e di connessione con i bambin*.
I benefici del canto per le neomamme
In modo particolare l’atto semplice e universale del canto, nel periodo prenatale e post partum, si rivela come fattore protettivo di eventuali malesseri, nel ridurre episodi di pianto nel neonat* e le condizioni di stress nella neomamma.
Il canto aumenta la capacità respiratoria e l’ossigenazione del sangue. Spronando l’uso corretto della muscolatura del diaframma esegue una sorta di massaggio addominale. È una disciplina olistica che ha radici nella storia dell’umanità, consente di accedere alle aree del profondo, di attivare il sistema parasimpatico che presiede all’omeostasi, liberando catarticamente le emozioni negative che, cristallizzandosi, possono dare il là a disturbi psicosomatici, come spiega Claudia Pastorino, docente di Laboratorio di linguaggi della canzone all’università degli Studi di Genova.
Tra i numerosi studi sui benefici nel contrasto alla depressione post partum, una ricerca pubblicata sul British Journal of Psychiatry condotta da un gruppo di studiosi inglesi, tra i quali Daisy Fancourt, psicobiologa dell’University College di Londra, conferma gli effetti positivi di percorsi di canto corale. Un campione di 134 neo mamme con problemi depressivi, suddivise in tre gruppi hanno fatto esperienza in dieci settimane: nel primo sessioni con gioco creativo, nel secondo con un percorso di canto corale e il terzo con metodologie standard, ovvero terapia di sostegno familiare, antidepressivi e psicoterapia.
La risposta più efficace si è manifestata tra mamme che hanno frequentato con i neonati alcuni laboratori di canto, apprendendo e creando una serie di canzoni in lingue differenti. I sintomi depressivi si sono ridotti del 35 per cento in un mese e mezzo. Rosie Perkins, ricercatrice in scienze comportamentali e altra autrice dello studio, ha affermato che "La depressione post-partum è debilitante. Curarla con un figlio accanto in tempi così brevi è un risultato che restituisce la speranza di venire fuori da uno dei momenti più difficili che può presentarsi nel corso della vita di una donna".
Un nuovo studio a livello europeo
Per comprendere meglio le implicazioni pratiche della realizzazione di interventi artistici e sanitari in diversi contesti, l'OMS Europa ha implementato un protocollo di studio basato su questo un intervento clinicamente comprovato, originariamente sviluppato nel Regno Unito. Lo studio è stato condotto nel 2023 in tre Stati europei (Romania, Italia e Danimarca) per determinare la fattibilità dell'intervento in altri contesti culturali. L’intervento, con professionisti formati ad hoc dal Breathe Arts Health Research e OMS, affiancati da personale sanitario, si è rivolto a donne con sintomi depressivi (Edimburg Postnatal Depression Scale, superiore a 10) con bimb* entro i 9 mesi. L’impatto percepito sulla salute mentale delle partecipanti è stato esplorato con scale di valutazione (EPDS, MSPSS, WHP-5 alle settimane 0, 6, 10), focus group e interviste.
Il 6 ottobre 2023 prossimo, OMS presenterà i risultati della ricerca “Music and motherhood-Musica e maternità” nella sede di Copenaghen, presso la Città delle Nazioni Unite, nel corso di una giornata di studi internazionale in collaborazione con il Jameel Arts and Health Lab. Le lezioni apprese da questo progetto chiariscono le implicazioni per lo sviluppo di iniziative simili, di arte per salute, e la loro integrazione nei sistemi sanitari per migliorare la salute e il benessere.
È uno degli esiti del percorso avviato da OMS nel 2019 con la presentazione del Rapporto 67/2019 che, presentando una scoping review senza precedenti per la mole di studi esaminati, ha illustrato come, in un momento in cui i sistemi sanitari sono sempre più sotto pressione, un approccio multisettoriale alle arti e alla salute possa offrire l'opportunità di aumentare l’efficacia dei sistemi sanitari valorizzando la relazione con la cultura. Questa integrazione può essere raggiunta utilizzando la prescrizione sociale, che è un mezzo per collegare i pazienti a una serie di servizi non clinici nella comunità per migliorare la loro salute e il loro benessere.
È uno degli esiti del percorso avviato da OMS nel 2019 con la presentazione del Rapporto 67/2019 che, presentando una scoping review senza precedenti per la mole di studi esaminati, ha illustrato come, in un momento in cui i sistemi sanitari sono sempre più sotto pressione, un approccio multisettoriale alle arti e alla salute possa offrire l'opportunità di aumentare l’efficacia dei sistemi sanitari valorizzando la relazione con la cultura. Questa integrazione può essere raggiunta utilizzando la prescrizione sociale, che è un mezzo per collegare i pazienti a una serie di servizi non clinici nella comunità per migliorare la loro salute e il loro benessere.
Combattere la depressione post partum attraverso sessioni di canto con il proprio bimb* e con altre mamme, in un futuro non troppo lontano potrebbe essere una delle prescrizioni mediche, senza effetti collaterali e senza controindicazioni.
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