Ricercatori spagnoli hanno messo a punto un prototipo che appare particolarmente avanzato, dopo le delusioni per altri tipi di sperimentazione tentati in varie parti del mondo. Test positivi, per ora, sugli animali.
Quando un bambino nasce troppo prematuro, attorno ai sei mesi di gestazione, e riesce a sopravvivere, i rischi di complicanze e anomalie dello sviluppo sono elevati, nonostante la neonatologia, negli ultimi decenni, abbia compiuto passi in avanti veramente significativi.
Per proteggere i prematuri, il BCNatal (un centro medico all’avanguardia creato dall'Hospital Clínic e dal Sant Joan de Déu, due importanti ospedali universitari di Barcellona), ha avviato un progetto chiamato Artificial Placenta, nell’ambito del quale ha realizzato , dopo una fase di studi preliminari durata due anni e mezzo, una placenta artificiale.
In questa “macchina” è stato tenuto in vita, mantenendo buone condizioni di salute, il feto di un agnello per 12 giorni.
Il primo prototipo, secondo quanto riferisce l’agenzia Reuters, e come si può vedere anche in un video appositamente realizzato, è composto da una membrana traslucida di un materiale biocompatibile, connessa a un sistema di perfusione di liquido amniotico, che mantiene il feto in un ambiente protetto dagli stimoli esterni, ma sufficientemente trasparente per essere costantemente monitorato e sottoposto a ecografie. Un’altra dotazione fondamentale è un dispositivo per la circolazione sanguigna extracorporea, che consente lo scambio di sangue e nutrienti ossigenati e, viceversa, l’espulsione di sangue carico di rifiuti cellulari da smaltire: un sistema del tutto simile, per le sue funzioni, al cordone ombelicale. Inoltre, grazie all’aiuto dei bioingegneri, la placenta artificiale contiene un apparato non invasivo per la misurazione continua di molti parametri.
Questa particolare placenta è stata progettata con il contributo anche di esperti di alimentazione e medici che hanno messo a punto i protocolli di nutrizione e previsto - quando la sperimentazione verrà estesa agli esseri umani - le terapie da somministrare durante la crescita, così come nel caso di situazioni critiche.
Infine, sono state studiate anche le procedure chirurgiche per trasferire il prematuro appena nato alla placenta artificiale, ripristinando il finto cordone, e immergendolo nel liquido amniotico senza rischi.
Dopo la conclusione della prima fase della sperimentazione sugli animali, i risultati sono stati sottoposti a esperti neonatologi provenienti da cinque Paesi, e ha superato la loro analisi. Ciò ha indotto la fondazione Caixa, che ha finanziato finora il progetto con 3,3 milioni di euro, a sostenere anche la fase successiva (sempre sugli animali), con altri 4,3 milioni, che dovrebbe essere portata avanti fino al 2026. Solo se anche questa sperimentazione darà esiti positivi, si penserà di utilizzare la placenta artificiale per aiutare i bambini fortemente prematuri.
Il prototipo spagnolo arriva dopo altri tentativi annunciati negli anni scorsi da gruppi di ricerca sparsi in diversi Paesi, che non sono però mai riusciti a realizzare una placenta artificiale completa. La “macchina” messa a punto a Barcellona appare molto più avanzata e promettente.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel mondo ogni anno 900.000 bambini prematuri non riescono a sopravvivere: disporre di un sistema per aiutarli a maturare come se fossero ancora nell’utero potrebbe rivoluzionare tutta la neonatologia dei grandi prematuri.