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Paolo Rossi Castelli19 lug 20192 min read

Per la prima volta eliminato l’HIV da animali infetti

Per la prima volta il virus HIV, responsabile dell’AIDS, è stato eliminato completamente (eradicato, come si dice in termine tecnico) da animali che avevano contratto questa malattia. L’annuncio arriva da un’équipe di ricercatori della Temple University di Philadelphia e della University of Nebraska di Omaha (Stati Uniti), che hanno pubblicato i risultati del loro lavoro sulla rivista scientifica Nature Communications. Gli animali erano topi da laboratorio modificati geneticamente per produrre linfociti T helper – le cellule bersaglio dell’HIV – molto simili a quelli umani.

Questo risultato rappresenta un passo avanti molto importante (verrebbe la tentazione di chiamarlo punto di svolta) verso una reale cura dell’AIDS, patologia oggi controllabile in modo efficace, grazie ai farmaci antiretrovirali (o ART), che però non riescono a eliminare completamente il virus (bloccano la replicazione dell’HIV, ma non sono in grado di distruggerlo).

Per ottenere l’eradicazione del virus i ricercatori americani hanno utilizzato due tecniche avanzate, contemporaneamente: una farmacologica e una genetica che, da sole, non sarebbero state in grado di “cancellare” l’HIV. La prima tecnica consiste nella frammentazione estrema (micronizzazione) dei farmaci antiretrovirali, e nel loro “impacchettamento” all’interno di nanocristalli (cristalli di dimensioni nell’ordine del milionesimo di millimetro). Questi nanocristalli consentono ai medicinali di distribuirsi al meglio nell’organismo e di tenere la replicazione virale particolarmente bassa, lasciando dormiente, dunque, l’HIV per lunghi periodi (è quella che i ricercatori chiamano LASER ART, ovvero long-acting slow-effective release antiretroviral therapy).

Una volta ottenuto il controllo esteso della replicazione a lungo termine, i ricercatori hanno utilizzato la seconda tecnica, la CRISPR-Cas9, che permette di “tagliare” il codice genetico in punti precisi, eliminando i tratti difettosi o dannosi, tramite una proteina chiamata, appunto, Cas9 (questo sistema, “copiato” da un meccanismo naturale di difesa dei batteri, ha rivoluzionato la genetica a partire dal 2012 – anno in cui venne presentato). Grazie al CRISPR-Cas9, è stato possibile togliere, letteralmente, dal DNA dei linfociti T helper le istruzioni genetiche inserite dal virus HIV per replicarsi e diffondersi nell’organismo.

Dopo il trattamento abbinato LASER-CRISPR, i ricercatori hanno ottenuto l’eliminazione completa dell’HIV in un terzo dei topi infettati. È la prima volta, come dicevamo, che questo avviene, e – anche se si tratta di animali – ci sono buone speranze che lo stesso metodo possa essere applicato anche all’uomo, per giungere finalmente a curare la malattia, e non solo a tenerla “ferma”. Si comincerà presto – ha annunciato Kamel Khalili, direttore del Dipartimento di neuroscienze della Temple University – con nuove sperimentazioni su animali più vicini agli uomini, e poi, se possibile entro un anno, anche sugli uomini.

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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