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IBSA Foundation_comunità che cura
Catterina Seia29 mag 20246 min read

Le risorse della comunità per la salute di tutti

Il concetto di salute comprende anche il benessere mentale e sociale. I servizi e le strutture sanitarie però spesso hanno come obiettivo la sola cura fisica dei pazienti.  
Dall’OMS alcuni consigli per creare contesti salutogenici e fare comunità.  

La pandemia ha evidenziato la fragilità e i limiti dei sistemi sanitari e dei più tradizionali approcci biomedicali nell'affrontare sfide di Salute sempre più complesse (Filip, Roxana et al., 2022): partendo dal ben-essere mentale e dalle sue connessioni con il contesto sociale e ambientale (Adisasmito, Wiku B. et al., 2022) in uno scenario in cui le disuguaglianze anziché attenuarsi, sono in aumento. (Bambra, Clare et al., 2020).  Come mettere in moto le risorse della comunità per creare contesti salutogenici? La risposta è: focalizzandosi su ciò che genera ben-essere, qualità della vita e qualità sociale e agendo sui determinanti sociali di salute ovvero «sulle condizioni in cui le persone nascono, crescono, vivono, lavorano e invecchiano » (WHO, Health Promotion Glossary of Terms, 2021). 

Prescrizione sociale: la cura di comunità

La solitudine e l’invisibilità della quale soffre una parte sempre più ampia di popolazione, sono spesso alla radice del male di vivere e delle difficoltà di gestione degli esiti delle patologie. Sentirsi parte di una comunità migliora la capacità di risposta del singolo e dei propri carer, familiari e professionali e, creando relazioni, riduce lo stigma. 

Il mondo anglosassone, in particolare Inghilterra e USA, da due decadi ha individuato una risposta nella “Prescrizione sociale”, sistema che consente alle professioniste e ai professionisti dei servizi sanitari di utilizzare risorse non sanitarie presenti nella comunità per rispondere ai bisogni dei propri pazienti.  

Attraverso alleanze strutturali sul territorio tra servizi sanitari, culturali e sociali, questo approccio rende possibile prescrivere ai pazienti, affiancandola a trattamenti più tradizionali, la partecipazione a diverse attività fisiche, di fruizione o espressione artistica, occupazionale o di volontariato e offre supporto per l’esercizio dei diritti sociali, al credito o all’alloggio.  

Le evidenze scientifiche dimostrano  miglioramenti generali in termini di salute mentale (Cooper, Matthew et al., 2022), riduzione del senso di solitudine e aumento del senso di connessione sociale (Wakefield, Juliet Ruth Helen et al., 2022). Un recente studio dell’Università di Westminster indica come la partecipazione a percorsi di prescrizione sociale riduca le visite mediche e gli accessi al pronto soccorso rispettivamente del 28% e 24% rispetto a pazienti che non ne usufruiscono. Conseguentemente, anche l’impatto economico sul sistema sanitario migliora.  Lo  studio di valutazione condotto a Rotherham, dove sono stati attivati oltre 4000 percorsi di prescrizione sociale, ha stimato un risparmio di spesa sanitaria di 500.000 sterline tra il 2012 e il 2015.  L’ Organizzazione Mondiale della Sanità in un recente studio indica che ogni sterlina investita nell’Art on Prescription ha un impatto positivo in 2,3 sterline. 

Creare un sistema salutogenico   

La forza di questa modalità di intervento è di partire dalla persona e metterla al centro lper rispondere ai suoi bisogni fisici, psicologici, sociali. Il modello si allontana da una visione “riparativa” per dirigersi verso un sistema salutogenico, che aiuta a costruire e promuovere la salute: non solo pazienti con bisogni, ma, prima di tutto, persone con risorse da condividere nella società. Questo approccio è riconosciuto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel 2022 ha pubblicato, in collaborazione con la Social Prescription Alliance, il "A toolkit on how to implement social prescribing, ben più di un  manuale, un vero e proprio documento di visione che, fornendo i giusti strumenti, intende supportare policy makers, organizzazioni,  operatrici e operatori  sanitari, sociali ed educativi nella creazione di contesti abilitanti la prescrizione a base sociale.   

Tutti possono giovare di un percorso di prescrizione sociale, ma l’OMS indica che sono le persone più fragili a poterne trarre il maggior beneficio, in particolare le persone con patologie croniche, sole o socialmente isolate, ad alto rischio di disturbi mentali e persone vulnerabili in genere, ad esempio a causa dell'età o della loro condizione economica. Pensiamo al potenziale in termini di ben-essere, acclarato dalle evidenze, di una passeggiata ai giardini, dell’ascolto della musica, della visione di opere d’arte, di un’immersione nella natura o nelle aree urbane per inedite scoperte, della lettura. Siamo animali sociali e queste esperienze aumentano il loro impatto se condotte insieme. Immaginiamo il canto corale, la danza, il ricamo collettivo in una biblioteca. Risorse di comunità da mettere a sistema, riconoscendone il potenziale terapeutico, di risorsa cognitiva con impatto sui diversi sistemi biologici, da quello immunitario, all'endocrino.  

 Il lavoro dell’OMS ne riconosce il valore e presenta le principali evidenze dell’efficacia di questa modalità di intervento, chiarendo i meccanismi di un' efficace implementazione e fornendo indicazioni su come attuarla. Il più classico modello di intervento prevede che il professionista sanitario delle cure primarie metta in contatto il paziente con un operatore che funge da collegamento fra il servizio sanitario e i servizi presenti nella comunità. L’operatore di collegamento elabora insieme al paziente un piano di ben-essere personalizzato sulla base delle indicazioni terapeutiche e delle inclinazioni del paziente.  

I suggerimenti dell’OMS  

L’OMS suggerisce sette passaggi da compiere per introdurre la prescrizione sociale in nuovi contesti: 

  • partire dal livello locale, coinvolgendo cioè il maggior numero di partner del territorio per realizzare una mappatura e una convergenza dei servizi e delle risorse presenti nella comunità 
  • attivare un processo di co-costruzione assieme alla comunità, di cui devono essere coinvolti tutti i gruppi, anche i più fragili, e messi in relazione tra loro e con il contesto sanitario, oltreché supportati finanziariamente  
  • individuare figure di collegamento tra i diversi attori del sistema, link-worker, che valorizzano team multidisciplinari, comprendenti i medici di base; il loro reclutamento deve avvenire sulla base delle loro competenze relazionali, comunicative ed empatiche, in modo che possano ascoltare e indirizzare i pazienti verso i servizi più adeguati. 
  • la progettazione e la costruzione dei percorsi di prescrizione deve essere condivisa con i pazienti e con la comunità, che devono essere attive protagoniste di questi processi.  
  • La costruzione di competenze professionali per gli operatori di collegamento, con supervisione clinica. Inoltre, va incentivato l’impegno e il coinvolgimento clinico, permettendo ai professionisti della cura di accedere a occasioni di formazione sulle potenzialità della prescrizione sociale. 

Centrale è la cultura della valutazione dell’impatto per raccogliere e disseminare evidenze che possano supportare la diffusione e replicabilità degli interventi.
Questo approccio risponde alla necessità di sostenibilità degli interventi, rappresentando una concreta interpretazione del modello di comunità locali che promuovono benessere sostenibile indicato nell'ultimo aggiornamento della carta di promozione della salute.
La prescrizione a base sociale crea infatti connessioni per attivare reti di collaborazione tra realtà e risorse già esistenti nelle comunità, superandone la separatezza e valorizzandole.
Come già mostrato, riduce inoltre l’impatto economico sul sistema sanitario decongestionando gli ospedali e potenziando le cure primarie nel territorio, come indicato dalle . raccomandazioni per un ri-orientamento dei servizi sanitari 

Progetti e speranze per il futuro  

Molti sono i progetti nei diversi paesi che si basano su questi principi, pensiamo alle iniziative per le persone con Alzheimer, ai programmi lettura precoce, ma come evidenzia l’OMS, sono confinate a singole progettualità, con esiti anche brillanti, ma che si esauriscono con i fondi della sperimentazione. Ciò che manca è una conoscenza diffusa, una cultura di prescrizione sociale, con percorsi formativi e figure professionali delineate e riconosciute, protocolli adottati in ambito sanitario in modo che la prescrizione a base sociale possa essere affidata non all’iniziativa dei singoli operatori ma ad un coordinamento efficace e capace di valorizzare e massimizzare le risorse.  

Un progetto esemplare di prescrizione a base sociale è Music and Motherhood, uno studio multinazionale coordinato dall'OMS di programmi di canto corale per il contrasto alla depressione post partum.  

Per far arrivare i messaggi e promuovere l’ adozione dell’approccio della prescrizione sociale in Italia, il manuale è stato recentemente tradotto in italiano da una rete di attori che si impegnano nella diffusione del ben-essere in diversi ambiti: il  Cultural Welfare Center in collaborazione con ISS-Istituto Superiore di Sanità, il DorS Regione Piemonte, il Centro BACH-Università dell’Università di  Chieti e Pescara, il Centro per la Salute del Bambino e la Fondazione Medicina a Misura di Donna. Sono state fatte traduzioni in varie lingue per declinarlo nelle diverse culture delle varie latitudini. 

 

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A cura di Catterina Seia con Marta Reichlin (PHD, area ricerca CCW- Cultural Welfare Center) 
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Catterina Seia

Co-Founder e Presidente CCW-Cultural Welfare Center; Co-Founder e Vice-Presidente della Fondazione Fitzcarraldo; Vice-Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna

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