È stata creata in laboratorio dai ricercatori dell’Università di Leeds, in Gran Bretagna. Composta da due strati di gel, riesce a legarsi alle mucose interne della bocca con maggiore durata e “forza”, rispetto ad altre sostanze utilizzate finora.
La secchezza delle fauci (in termine tecnico, xerostomia), cioè la secchezza dell’interno della bocca per un’insufficiente produzione di saliva, è una condizione comune, che colpisce circa una persona su dieci, e può compromettere la qualità della vita, perché in alcuni casi rende difficoltoso parlare e mangiare. Questo disturbo è molto spesso legato all’uso di farmaci (ne sono stati catalogati più di 400, con questo effetto collaterale), e in particolare alle cure oncologiche (chemio e radioterapia). Ma la “bocca secca” è frequente anche nelle persone anziane, e può aggravare le patologie del cavo orale e dei denti.
Per cercare di attenuare la secchezza delle fauci, esistono vari rimedi (a seconda delle situazioni), fra i quali sostanze in grado di stimolare la produzione di saliva, ma vengono prescritti anche “sostituti” della saliva stessa. Molti di questi prodotti, però, non riescono ad avere un effetto davvero risolutivo, in grado di protrarsi nel tempo, e richiedono continue assunzioni. Ma adesso una saliva “sintetica” messa a punto dai ricercatori dell’Università di Leeds, in Gran Bretagna, promette di avere caratteristiche che potrebbero costituire un reale passo in avanti, perché questo nuovo composto sembra capace di restare a lungo nel cavo orale, assicurando - dicono gli studiosi inglesi - un effetto di quattro o cinque volte superiore a quello di altre sostanze analoghe.
Come scrive la rivista Scientific Reports, del gruppo Nature, la nuova “saliva” è composta da due tipi di gel: un microgel più interno, e un idrogel (con una maggiore quantità di acqua) più esterno, che insieme creano un reticolo (o, potremmo dire, una spugna) capace di legarsi stabilmente alle mucose.
Sperimentata su materiali di laboratorio che riproducono le caratteristiche della lingua umana, e messa a confronto con otto tra i più comuni composti presenti in commercio, la nuova saliva artificiale ha mostrato le sue caratteristiche innovative. Se, infatti - scrivono i ricercatori - i prodotti di riferimento perdono subito una percentuale che oscilla tra il 23 e il 58%, la “saliva” progettata a Leeds ne perde solo il 7%. Ciò accade perché, per la sua struttura, si lega effettivamente alle mucose, e non viene “lavata” via presto (in termine tecnico, si dice che ha un ottimo “adsorbimento”). Inoltre, mostra ottime performance in termini di lubrificazione (importantissima per mangiare), di umidità e, appunto, di resistenza.
Una versione anche per i vegani
Per arrivare a prodotti commerciabili, i ricercatori ne hanno realizzato due versioni: una che contiene proteine del latte, ed è leggermente migliore, e una per persone vegane, che contiene proteine solo vegetali (soprattutto estratte dalle patate). In ogni caso, tutti questi ingredienti - assicurano gli studiosi - non sono tossici per l'uomo e non contengono calorie. Presto inizieranno i test sui volontari.