L'arte e la cultura non solo arricchiscono la società, ma contribuiscono anche al benessere fisico e mentale, riducendo la pressione sui servizi sanitari. Uno studio recente quantifica i benefici economici dell’impegno culturale, sulla spesa sanitaria pubblica, evidenziando lo stretto legame tra salute e cultura.
Quanto conta economicamente il coinvolgimento culturale sulla spesa sanitaria pubblica?
Gli effetti tangibili della cultura e dell’arte sulla salute hanno il potenziale di ridurre la pressione sui servizi sanitari e migliorare l’efficacia degli investimenti pubblici nella salute.
Il recente report Culture and Heritage Capital: Monetising the Impact of Culture and Heritage on Health and Wellbeing esplora il legame tra salute e cultura e i conseguenti effetti sul benessere, quantificando economicamente i benefici derivanti dal coinvolgimento culturale. La ricerca, condotta da Frontier Economics in collaborazione con il Social Biobehavioural Research Group dell'University College di Londra, è stata commissionata dal Department for Culture, Media and Sport (DCMS) del Regno Unito nell’ambito del programma “Culture and Heritage Capital” (CHC), avviato nel 2021 per valorizzare il contributo economico, sociale e culturale dei settori della cultura e del patrimonio.
I benefici degli eventi culturali
Le attività culturali supportano lo sviluppo cognitivo, il mantenimento delle funzionalità fisiche, la riduzione dei sintomi delle malattie mentali e il miglioramento generale del benessere, configurandosi come alleati dei processi neurologici e fisiologici attivati dalle terapie farmacologiche. Il risultato? Un minor ricorso ai servizi di emergenza e un maggiore impatto sulla spesa sanitaria pubblica.
I dati della ricerca contribuiscono a sfatare il luogo comune secondo cui gli investimenti nella cultura non abbiano valore economico.
La Professoressa Daisy Fancourt, responsabile del Social Biobehavioural Research Group, sottolinea che “dovrebbe essere considerata una priorità, come società, investire in formazione artistica e culturale, attività e luoghi della comunità quando pensiamo a modelli di prevenzione della salute”.
Monetizzare l’impatto delle attività culturali sulla salute e il ben-essere
Basandosi su evidenze scientifiche riconosciute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che dimostrano come il coinvolgimento culturale possa aiutare a prevenire, trattare e gestire condizioni di salute fisica e mentale, il report propone 13 modelli che indagano l’impatto di specifiche attività culturali su diversi gruppi di persone.
Per ogni modello sono stati calcolati i benefici economici derivanti dalle attività culturali, considerando il miglioramento della qualità della vita, l’ottimizzazione della spesa sanitaria pubblica e i risparmi nei costi sanitari e sociali.
Un esempio è il modello "Arts-based museum activities and general health in older adults", che evidenzia come la partecipazione a un laboratorio creativo promosso dal museo, con attività come la pittura e la rilegatura di libri, per un periodo di 12 settimane, porti a un miglioramento della qualità della vita degli over 65, con un beneficio economico annuale di 1.310 sterline per persona.
Se il 25% dei visitatori settimanali dei musei appartenenti a questo target partecipasse ai workshop museali, i benefici per la società UK potrebbero ammontare a 19 milioni di sterline all’anno. Questa stima tiene conto della potenziale riduzione della richiesta di servizi di assistenza sociale e sanitaria, attribuibile al miglioramento generale della salute e del benessere degli over 65.
Sempre per gli adulti di età pari o superiore a 65 anni, partecipare settimanalmente a un gruppo di canto per 3 mesi è stato associato a una riduzione dello stress e a un miglioramento della salute mentale. Sulla base di queste evidenze, il modello "Choirs and general health in older adults" ha calcolato un beneficio economico di 553 sterline per persona all’anno. Esteso all’intera popolazione UK, equivale a 170 milioni di sterline all’anno.
Eventi culturali per ogni generazione
Il modello "Engagement with cultural venues and depression in older adults" indica che partecipare una o due volte al mese a eventi culturali (ad esempio andare a teatro, al cinema o visitare un museo) può ridurre l’incidenza della depressione nella popolazione over 50, con aumento della produttività sul lavoro di 56 sterline per persona all’anno. A ciò si aggiunge un risparmio annuale stimato di 260 milioni per la società, in termini di costi sanitari evitati.
Per quanto riguarda la salute dei giovani, il modello “Art and self-esteem in children” valuta l’impatto delle attività artistiche su bambini e ragazzi dai 10 ai 14 anni. Disegnare o dipingere, ascoltare o suonare musica quasi tutti i giorni non solo favorisce lo sviluppo emotivo, secondo il report migliora anche l’autostima e la salute mentale, con un beneficio economico stimato tra 68 e 134 sterline per persona all’anno e un vantaggio complessivo per la società tra 122 e 162 milioni.
Queste prospettive sono coerenti con un altro studio recente, condotto sempre nell’ambito del programma CHC (Culture and Heritage Capital) del DCMS, che si basa su tre pilastri principali: impatto individuale, risparmi sanitari e sociali e benefici produttivi. Gli studi sono stati ripresi dal The Guardian evidenziando che, sulla base dei dati forniti dal report di Frontier Economics, la maggior parte degli impatti economici della cultura sulla salute deriva dal miglioramento della qualità della vita delle persone.
Salute e cultura, il binomio vincente
In conclusione, tutti questi risultati evidenziano l’importanza di integrare la cultura nelle politiche pubbliche come strumento strategico per
- migliorare la salute e il benessere della popolazione,
- generare valore economico tangibile,
- ottimizzare la spesa sanitaria
- Aumentare la produttività sociale e lavorativa.
Monetizzare questi potenziali benefici, seppur nella complessità dell’interdipendenza di molti fattori, consente ai decisori politici di valutare con maggiore consapevolezza gli investimenti nella cultura, considerando che qualsiasi taglio ai finanziamenti può essere un rischio per la salute pubblica, con ripercussioni economiche sia a livello individuale che sociale.
A cura di Catterina Seia (Presidente CCW – Cultural Welfare Centre) e Elena Rosica ( Cultural Welfare Center (CCW), Research Area)
