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Paolo Rossi Castelli31 gen 20191 min read

Sorpresa: il DNA spazzatura, a volte, aiuta le cellule | Fondazione IBSA

I ricercatori hanno concentrato la loro attenzione sugli introni dei lieviti (ma anche gli esseri umani possiedono questi tratti del DNA) e si sono resi conto che se i lieviti stessi ne vengono privati e si trovano in carenza di cibo, muoiono molto più rapidamente, rispetto ai lieviti che ancora mantengono al loro interno gli introni. Il secondo esperimento ha invece mostrato che le cellule di lievito tenute in condizioni di eccessivo affollamento (in laboratorio), dunque sotto un forte stress, ricevono un aiuto importante dagli introni (sembra che questi tratti del DNA impediscano una loro eccessiva duplicazione).

Il primo studio è stato condotto dai microbiologi della Université de Sherbrooke, in Canada (Quebec). Il secondo, dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, negli Stati Uniti. Quale sia il significato ultimo di questi comportamenti degli introni, definiti in parte “bizzarri” dagli stessi studiosi, non è chiaro, ma si pensa che in caso di condizioni sfavorevoli le sequenze junk si attivino per riorganizzare la vita della cellula, agevolando l’espressione o lo spegnimento di specifici geni (cioè di tratti del DNA in grado di codificare una proteina).

Ognuno dei circa 20.000 geni umani è “collegato” in media a 8 introni: dunque il numero complessivo di questi tratti junk è elevato. Nuovi studi verranno attivati per descriverne funzioni e caratteristiche, e per verificare se anche negli esseri umani è presente quest’azione di “emergenza”, che potrebbe venire utilizzata, in futuro, anche per nuove terapie.

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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