Skip to content
IBSA Foundation_standing ovation
Paolo Rossi Castelli23 nov 20232 min read

Standing ovation per la scoperta oncologica allunga-vita

Grande entusiasmo al congresso degli oncologi medici europei per il ricercatore britannico Thomas Powles, che ha abbinato due terapie avanzate, ottenendo il raddoppio della sopravvivenza di pazienti con forme gravi della malattia.

Non capita quasi mai che un pubblico di specialisti presenti a un congresso medico si alzi in piedi e dedichi una standing ovation all’oratore, tantomeno se si parla di terapie antitumorali, un ambito nel quale si procede a piccoli passi. Ma questo è esattamente ciò che è successo durante l’ultimo incontro organizzato a Madrid dalla European Society for Medical Oncology (ESMO, la società scientifica con sede a Lugano che riunisce gli oncologi medici europei), per ben due volte, cioè a metà e alla fine della relazione di Thomas Powles, oncologo medico del Saint Bartholomew's Hospital di Londra. Lo riferisce la rivista scientifica Nature, spiegando anche il motivo di tanto entusiasmo: per la prima volta dagli anni ‘80, una particolare combinazione di farmaci è stata capace di raddoppiare la sopravvivenza dei pazienti con tumore della vescica in stadio avanzato, un risultato irraggiungibile con le terapie tradizionali, che apre prospettive nuove anche per altri tipi di tumore.
L’importante risultato è stato ottenuto abbinando l’anticorpo monoclonale pembrolizumab (che potenzia il sistema immunitario) a un altro anticorpo, enfortumab, modificato per “trasportare”, letteralmente, un chemioterapico (vedotin) contro le cellule cancerose (per la precisione, contro una protenia, chiamata nectina-4, che viene “espressa” in abbondanti quantità dal tumore, e molto poco dalle cellule sane).

Allargata la sperimentazione

Fino al congresso di Madrid, l’équipe di Thomas Powles aveva diffuso i dati ottenuti solo su 120 pazienti, ma questi risultati erano già stati ritenuti sufficienti dalla Food and Drug Administration statunitense (l’ente che regola la commercializzazione dei farmaci) per approvare il “cocktail” messo a punto a Londra. Durante l’incontro dell’ESMO, Powles ha illustrato ulteriori dati, ottenuti su un gruppo più ampio di pazienti: 880. E anche in questo caso la sperimentazione ha confermato risultati molto positivi, cioè il quasi raddoppio della sopravvivenza dei malati con una forma avanzata (e difficile da curare) di tumore alla vescica, passata dai 16 mesi della chemioterapia classica ai 31,5 mesi ottenuti con la combinazione pembrolizumab più enfortumab-vedotin.
Al congresso sono stati presentati anche i risultati di altre sperimentazioni cliniche con farmaci coniugati” (questo il termine tecnico), da soli o uniti a immunoterapie, per esempio contro il tumore del seno, a conferma del fatto che il settore è considerato promettente, ed è tra i più vivaci, in questo momento.

Problemi ancora da risolvere

Restano comunque da ottimizzare diversi aspetti, perché queste terapie, pensate inizialmente per essere meno dannose in quanto mirate solo sulle cellule malate, in realtà hanno una loro tossicità, soprattutto sul polmone e sui nervi periferici, ed è quindi urgente renderle meno pericolose, e capire bene contro quali tipi di tumore potranno “fare la differenza”, come nel caso della vescica.


 

Seguici su Facebook     New call-to-action    Seguici su LinkedIn

avatar

Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

ARTICOLI CORRELATI