Simili a quelli dei cammelli e dei lama, sono stati “testati” in laboratorio contro i ceppi virali che provocano le forme più gravi di infezioni intestinali. Hanno dimensioni dieci volte inferiori ai normali anticorpi.
Contro i norovirus, che provocano le gastroenteriti acute, i ricercatori del Baylor College of Medicine di Houston (Stati Uniti) hanno sperimentato con successo, almeno in laboratorio, piccolissimi anticorpi (nanobodies, in termine tecnico), ottenuti a partire da quelli dei camelidi (lama, cammelli, alpaca), ma modificati con tecniche di ingegneria genetica per renderli compatibili con le cellule umane. I risultati dello studio sono apparsi sulla rivista scientifica Nature Communications.
Da anni le attenzioni dei ricercatori sono puntate sui nanobodies dei camelidi, che sono dieci volte più piccoli di quelli umani e, proprio grazie a queste dimensioni così ridotte, riescono ad arrivare là dove, in molti casi, gli anticorpi umani non possono insinuarsi. Sperimentazioni (spesso con risultati positivi) sono state eseguite contro diversi tipi di virus, come quello dell’epatite B, dell’influenza, della poliomielite, e altri ancora.
Adesso è il turno dei norovirus, come dicevamo, una famiglia che comprende dieci gruppi, cinque dei quali patogeni per l’uomo, con caratteristiche simili a quelle dei virus influenzali o dei coronavirus, e cioè un’eccezionale capacità di mutazione e di adattamento, che li rende particolarmente difficili da contrastare.
Le gastroenteriti acute provocate dai norovirus sono molto diffuse (circa 684 milioni di casi ogni anno nel mondo) e uccidono più di 200.000 persone, soprattutto anziani e neonati. Contro queste infezioni non esistono ancora vaccini o farmaci specifici.
I ricercatori del Baylor College of Medicine hanno sperimentato, in particolare, nanobodies di lama su organoidi di intestino, infettati con il tipo di norovirus più pericoloso per l’uomo, chiamato GII.4 (gli organoidi, lo ricordiamo, sono aggregati cellulari complessi che riproducono alcune caratteristiche degli organi “veri”).
Ebbene, i Nano-Anticorpi sono riusciti a bloccare i norovirus, indicando ai ricercatori una nuova, possibile via terapeutica, che è stata anche “fotografata” tramite tecniche come la cristallografia e la microscopia elettronica.
I virus si disgregano
Ma qual è il meccanismo d’azione dei Nano-Anticorpi? Semplificando molto, possiamo dire che i norovirus, quando si duplicano, passano da una fase stabile a una molto instabile, nella quale “espongono” diverse molecole. I nanobodies si legano a una di queste, impedendo al virus di tornare nella conformazione chiusa. Ma la permanenza in uno stato instabile, dopo un breve tempo, causa la morte del virus per disgregazione.
Tutto ciò autorizza a sperare che si possa arrivare a una terapia specifica a base di nanobodies, da utilizzare almeno nei casi più gravi e urgenti, e che si possano anche studiare altre terapie basate sullo stesso meccanismo d’azione, ma realizzate in laboratorio e ottimizzate.