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Paolo Rossi Castelli09 mag 20181 min read

Al via il progetto per creare supercellule anti-virus | Fondazione IBSA

 
 

Con un lancio sulle pagine della rivista Science e con una presentazione organizzata nei giorni scorsi a Boston (Stati Uniti), è partito il progetto GP-write (Genome-Project-write): un’iniziativa molto ambiziosa (e controversa), che era stata annunciata nel 2016, ma che solo adesso muove i primi passi, con lo scopo di creare cellule sintetiche super-resistenti ai virus, ma anche a prioni, radiazioni, degenerazioni tumorali e senescenza, da utilizzare per le ricerche di laboratorio in diversi settori della medicina e della biologia.

Perché creare queste super-cellule? Le cellule che vengono usate normalmente per la ricerca medica sono spesso contaminate da agenti di vario tipo, e questo causa perdite anche molto ingenti alle aziende biotecnologiche, allunga i tempi e comunque rende più difficili gli studi. Secondo i fautori del GP-Write (un gruppo che raccoglie specialisti di diversi Paesi), le super-cellule sarebbero utili in moltissimi ambiti della ricerca biomedica, e anche in altri settori, come l’agricoltura, la chimica o l’energia. 

Ovviamente, però, l’idea di generare ex-novo cellule su misura, diverse da quelle presenti in Natura, pone grandi interrogativi etici, e per questo i coordinatori del progetto hanno pensato di creare un consorzio internazionale, gestito con criteri molto rigidi e il più possibile trasparenti da un gruppo multidisciplinare di studiosi. Le aziende e gli istituti di ricerca che aderiranno al consorzio saranno obbligati a rendere noti gli avanzamenti raggiunti e a discuterne anche con esponenti della società civile, quali esperti di bioetica, giuristi, giornalisti, e così via.

Resta aperto il nodo dei finanziamenti, che andranno cercati presso enti e istituzioni internazionali. La realizzazione delle supercellule richiederà almeno dieci anni, con un’enorme quantità di lavoro: per riscrivere una sola cellula sono infatti necessarie non meno di 400.000 modifiche genetiche, da apportare in tutti i 24.000 geni presenti nelle cellule umane. Gli strumenti tecnici attualmente a disposizione permettono di realizzare la maggior parte di queste modifiche. In particolare, verrà utilizzato un sistema di editing genetico chiamato DNA recoding TALEN. Ma anche altre tecniche andranno messe a punto.

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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