Con un lancio sulle pagine della rivista Science e con una presentazione organizzata nei giorni scorsi a Boston (Stati Uniti), è partito il progetto GP-write (Genome-Project-write): un’iniziativa molto ambiziosa (e controversa), che era stata annunciata nel 2016, ma che solo adesso muove i primi passi, con lo scopo di creare cellule sintetiche super-resistenti ai virus, ma anche a prioni, radiazioni, degenerazioni tumorali e senescenza, da utilizzare per le ricerche di laboratorio in diversi settori della medicina e della biologia.
Perché creare queste super-cellule? Le cellule che vengono usate normalmente per la ricerca medica sono spesso contaminate da agenti di vario tipo, e questo causa perdite anche molto ingenti alle aziende biotecnologiche, allunga i tempi e comunque rende più difficili gli studi. Secondo i fautori del GP-Write (un gruppo che raccoglie specialisti di diversi Paesi), le super-cellule sarebbero utili in moltissimi ambiti della ricerca biomedica, e anche in altri settori, come l’agricoltura, la chimica o l’energia.
Ovviamente, però, l’idea di generare ex-novo cellule su misura, diverse da quelle presenti in Natura, pone grandi interrogativi etici, e per questo i coordinatori del progetto hanno pensato di creare un consorzio internazionale, gestito con criteri molto rigidi e il più possibile trasparenti da un gruppo multidisciplinare di studiosi. Le aziende e gli istituti di ricerca che aderiranno al consorzio saranno obbligati a rendere noti gli avanzamenti raggiunti e a discuterne anche con esponenti della società civile, quali esperti di bioetica, giuristi, giornalisti, e così via.
Resta aperto il nodo dei finanziamenti, che andranno cercati presso enti e istituzioni internazionali. La realizzazione delle supercellule richiederà almeno dieci anni, con un’enorme quantità di lavoro: per riscrivere una sola cellula sono infatti necessarie non meno di 400.000 modifiche genetiche, da apportare in tutti i 24.000 geni presenti nelle cellule umane. Gli strumenti tecnici attualmente a disposizione permettono di realizzare la maggior parte di queste modifiche. In particolare, verrà utilizzato un sistema di editing genetico chiamato DNA recoding TALEN. Ma anche altre tecniche andranno messe a punto.