Corso universitario Cultura e Salute
Un corso universitario aperto al pubblico che offre nuove prospettive sui benefici che arte e cultura hanno per la salute e il benessere delle persone.
Da ottobre a dicembre 2021 si è svolto il corso universitario Cultura e Salute, un innovativo programma in collaborazione con l’Università della Svizzera italiana (USI) e la Divisione Cultura della Città di Lugano dedicato agli studenti della Facoltà di scienze biomediche e aperto al pubblico.
Il corso ha visto confrontarsi personalità illustri del mondo della cultura come poeti, artisti e architetti, ed esponenti del mondo scientifico come oncologi, neuroscienziati e chirurghi, sul legame tra cultura e salute.
Durante i sette incontri i relatori hanno discusso di come l’arte e la partecipazione culturale influiscano sul benessere fisico e mentale dell’individuo, presentando nuove prospettive sul rapporto privilegiato tra questi due ambiti.
Il corso ha fornito chiavi interpretative sull’impatto della cultura nella sfera della salute, attraverso esperienze e best practice condotte in ambito medico-scientifico. Oltre 700 persone hanno seguito il Corso e ben 22 differenti relatori sono stati coinvolti nelle sette lezioni.
Programma completo del corso
18.10.2021 - Prima lezione
Arte, cultura, salute e benessere
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25.10.2021 - Seconda lezione
Abitare lo spazio
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08.11.2021 - Terza lezione
Un tuffo nel paesaggio
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15.11.2021 - Quarta lezione
La ricerca della felicità
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22.11.2021 - Quinta lezione
Specchio delle mie brame. Neuroni e empatia
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29.11.2021 - Sesta lezione
Elogio della bellezza
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06.12.2021 - Settima lezione
Musica, anima e corpo
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Dove:
Nell’Aula polivalente del Campus Est a Lugano dalle 18:00 alle 19:30, ogni lunedì da ottobre a dicembre.
Arte, cultura, salute e benessere
Il ruolo dell’arte e della partecipazione culturale sulla salute: una visione di insieme
Relatore:
Enzo Grossi, esperto di cultura e salute
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Discussione con:
- Graziano Martignoni, psichiatra
- Emiliano Albanese, salute pubblica
Le evidenze sul ruolo della partecipazione culturale nella promozione della salute sono basate essenzialmente su studi osservazionali.
Emarginati sino a 10-15 anni fa dall’entourage epidemiologico più tradizionale, gli studi osservazionali hanno visto un incremento notevole di interesse da parte della comunità scientifica, pubblica e privata, grazie a nuovi contributi metodologici intercorsi negli ultimi anni.
In questo modulo, sono presi in rassegna i principali studi condotti in vari Paesi sul ruolo della partecipazione culturale nella promozione dello stato di salute.
Le evidenze disponibili sono convergenti e unanimemente a favore di un ruolo importante giocato dalla partecipazione culturale sull’allungamento della durata della vita e sulla prevenzione delle principali malattie croniche degenerative.
Abitare lo spazio
La teoria salutogenica sul ruolo dell’architettura e l’impatto dell’ambiente costruito sulla salute e il benessere.
Relatore:
Alan Dilani, designer
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Discussione con:
- Mario Botta, architetto
- Pietro Majno-Hurst, chirurgo
L’architettura ha la capacità di condizionare, in positivo o in negativo, qualità della vita e, quindi, della salute.
Diversi studi affrontano tale relazione. Il design salutogenico si basa su una maggior consapevolezza dell’impatto dell’ambiente circostante sulla salute e il benessere umano.
Obiettivo dell’incontro è quello di presentare e discutere come e quali elementi – come il legame tra l’accesso alla luce naturale e la pressione sanguigna, tra il sovraffollamento o il rumore cronico e lo stress psicologico – possano essere maggiormente considerati nella progettazione e quindi nella realizzazione di un edificio in cui gli esseri umani vivono, lavorano, si curano, imparano o giocano.
Un tuffo nel paesaggio
Gli impatti dell’ambiente naturale sulla salute. Progetti, metodi, risultati e casi di studio.
Relatrice:
Giuseppina Spano, psicologa
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Discussione con:
- Romolo Nottaris, alpinista
- Giovanni Pedrazzini, cardiologo
Per la maggior parte delle persone una passeggiata lungo un fiume, lungo un sentiero nel bosco, sul pendio di una montagna o lungo una spiaggia ha un effetto rilassante e piacevole.
Sia il green space che il blue space hanno il potere di rendere le persone più felici. Fino a poco tempo fa, queste nozioni ben note già nel secolo scorso, quando i medici vittoriani prescrivevano l’”aria di mare” come cura per un assortimento di angosce e disturbi, erano parte del comune sentire.
Ora invece esistono prove scientifiche che confermano il potere curativo della natura incontaminata.
Così lo shinrin-yoku o il forest bathing, sono diventati concetti e pratiche diffuse, non solo in Giappone, per la gestione dello stress. La percezione della bellezza è infatti in grado di influenzare il nostro benessere fisico e psichico, generando sensazioni ed emozioni positive che possono influenzare positivamente le nostre condizioni di salute.
La ricerca della felicità
Mente-corpo: come la cultura può contribuire nella prevenzione e nella cura delle patologie stress-correlate.
Relatrice:
Antonella Delle Fave, medico-psicologa
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Discussione con:
- Daniele Finzi Pasca, regista
- Greta Guarda, biologa molecolare
Lo studio della felicità è il principale focus della psicologia positiva, un movimento nato nell’ambito delle scienze psicologiche durante gli anni ‘90 partendo da studi e ricerche sul benessere soggettivo.
Da allora, la “psicologia positiva” ha fornito rilevanti elementi innovativi, sia in termini teorici che applicativi. Nell’ambito di tale disciplina si possono identificare due prospettive di base: da una parte la prospettiva edonica, in cui le ricerche e gli studi si focalizzano sull’analisi della dimensione del piacere; dall’altra, la prospettiva eudaimonica che si focalizza sullo studio dei fattori che promuovono le potenzialità, la realizzazione personale e lo sviluppo dell’individuo, ance in relazione allo sviluppo della collettività.
Specchio delle mie brame. Neuroni e empatia
Arte, bellezza e empatia: il ruolo dei neuroni a specchio.
Relatore:
Vittorio Gallese, neuroscienziato
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Discussione con:
- Michelangelo Pistoletto, artista
- Alain Kaelin, neurologo
La scoperta dei “neuroni specchio” ha avuto ripercussioni ricche di conseguenze psicologiche, filosofiche e sociali. Si tratta infatti di neuroni che funzionano come motori della partecipazione, che si attivano nel guardare i movimenti e le reazioni emotive di un altro individuo, nei medesimi centri cerebrali che si attiverebbero se noi stessi ne fossimo i protagonisti.
Che sia un dipinto, una sinfonia o un film, poco importa: quando siamo di fronte a una forma d’arte degna di tale nome, il nostro cervello e il nostro corpo reagiscono alla sua forza comunicativa, anche suscitando meccanismi di condivisione emotiva con chi ci sta vicino.
È per questo che la condivisione di esperienze estetiche con altre persone potenzia le emozioni positive e contribuisce al benessere collettivo.
Elogio della bellezza
Neuroestetica: le basi neurobiologiche della bellezza.
Relatore:
Luca Ticini, neuroscienziato cognitivo
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Discussione con:
- Fabio Pusterla, poeta
- Andrea Alimonti, oncologo
Recenti studi realizzati utilizzando avanzate tecniche di visualizzazione dell’attività cerebrale, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), hanno dimostrato come l’arte stimoli nel nostro cervello alcune aree cerebrali coinvolte nella sensazione di ricompensa e benessere, generando così una risposta biochimica molto simile a quella misurata durante l’innamoramento.
Questi risultati testimoniano come il piacere estetico, il desiderio ed il benessere siano strettamente interconnessi dal punto di vista neurobiologico, e suggeriscono come l’arte e la partecipazione culturale possano essere di beneficio contro l’ansia e la depressione.
Musica, anima e corpo
Il contributo della musica come strumento di cura e di promozione della salute.
Relatore:
Alfredo Raglio, esperto in musicoterapia
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Discussione con:
- Markus Poschner, direttore d’orchestra
- Silke Gillessen Sommer, oncologa
La letteratura scientifica conferma il potere curativo della musica già noto nell’antichità e nella mitologia. Nel corso dei secoli la musica è diventata oggetto di interesse in ambito medico e neuroscientifico.
Attualmente, solide evidenze scientifiche supportano l’idea che la musica possa essere considerata un efficace strumento di cura, in ogni età della vita e in numerosi ambiti clinici. Il suono e la musica stimolano e regolano le emozioni, l’attenzione, le funzioni cognitive, la comunicazione e il comportamento.
Un numero sempre più grande di studi sta dimostrando che l’ascolto della musica: può renderci più felici e migliorare l’apprendimento, soprattutto in giovane età; favorisce le connessioni tra gli emisferi del cervello, la comunicazione e il comportamento; già nel periodo perinatale, migliora lo sviluppo cognitivo precoce; favorisce l’invecchiamento attivo e aiuta a gestire e contrastare molte malattie; aiuta a ridurre lo stress, contrastare il dolore cronico, recuperare le funzioni motorie e neurologiche che sono state danneggiate da un ictus o da eventi traumatici.
Nel caso di bambini sullo spettro autistico o con deficit di attenzione e difficoltà di linguaggio, la musica è una risorsa per l’apprendimento e le relazioni.
Prof. Enzo Grossi - coordinatore del corso
Medico, ricercatore, Scientific Advisor del Cluster Tecnologico Nazionale ALISEI di Scienze per la vita, Direttore Scientifico Istituto di Neuropsichiatria Infantile Villa Santa Maria di Tavernerio (Como), Docente di cultura e salute presso la Facoltà di medicina dell’Università degli Studi di Torino. Ha insegnato la stessa materia presso lo IULM di Milano e l’Alma mater studiorum di Bologna. Socio Fondatore del Cultural Welfare Centre di Torino.
Consulente di IBSA Foundation per il progetto Cultura e Salute e coordinatore del corso presso l’USI.