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Arte che cura

Corso universitario
Cultura e Salute 2024

IBSA-USI-Città Lugano-loghi

Presentazione del corso

Anche quest’anno, personalità del mondo della scienza e della cultura e professori della Facoltà di scienze biomediche e della Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera italiana (USI), coordinati da Enzo Grossi e Luigi Di Corato, si confronteranno per sette lunedì su sette temi che legano le arti visive alla salute e al benessere delle persone.
È quanto propone “Arte che cura”, la quarta edizione del corso di Cultura e Salute promosso dalla Facoltà di scienze biomediche dell’USI con la Divisione Cultura della Città di Lugano e IBSA Foundation per la ricerca scientifica.

Le lezioni tematiche, aperte al pubblico e gratuite, si svolgeranno da lunedì 7 ottobre a lunedì 2 dicembre nell’Aula Polivalente Campus Est Lugano dalle 18.00 alle 19.45. Non è necessaria l'iscrizione.

Gli incontri sono rivolti gli studenti e dottorandi della Facoltà di scienze biomediche, della Accademia di architettura e della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI, oltre a tutti i cittadini che vorranno partecipare. Ogni lezione prevede un key-note speech introduttivo che presenterà il tema sulla base della letteratura scientifica più aggiornata. A questa introduzione seguirà un dibattito al quale saranno coinvolti uno o più esperti con il ruolo di discussant.

La struttura del corso

L’edizione 2024 del Corso USI di Cultura e Salute entra risolutamente nel campo delle arti visive. Si tratta di quelle pratiche artistiche - che vanno dalla pittura alla fotografia, dall’architettura al cinema, dalla scultura all’arte digitale, dal design alla performance - che hanno tutte a che fare con la percezione visiva.

Semplificando, entriamo in relazione con le arti visive tramite due modalità principali: osservando o interagendo con un’opera d’arte (come, ad esempio, visitando un’esposizione o guardano un film); o facendo arte (dipingendo, scolpendo, fotografando, ecc…).

Nel contesto della salute si può interagire con un’opera d’arte realizzata o esposta in un luogo di cura per allenare lo sguardo dei medici tramite l’osservazione critica applicando la visual thinking strategy; oppure partecipare ad una attività di art therapy per aiutare pazienti e caregivers a comunicare emozioni e sensazioni.

Per ognuna di queste modalità di ingaggio esiste un’ampia mole di evidenze scientifiche, che ne attestano l’utilità per la salute umana. Da qui il titolo del Corso: Arte che cura.

A differenza degli scorsi anni, il Prof. Enzo Grossi, coordinatore del corso, interverrà anche come speaker principale in quattro di questi appuntamenti alternandosi con scienziati di alto livello. Sarà accompagnato da Luigi Di Corato, direttore della Divisione Cultura della Città di Lugano, che coordinerà alcune delle discussioni in aula.

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Programma completo del corso

07.10.2024 | Lezione 1
Visual thinking strategies in medicina
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14.10.2024 | Lezione 2
Come l’arte cambia il nostro cervello
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28.10.2024 | Lezione 3
 I musei fanno davvero stare meglio?
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04.11.2024 | Lezione 4
Arteterapia e psicoterapia: modelli e pratiche
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18.11.2024 | Lezione 5
Efficacia della Art therapy in medicina: la parola alle evidenze 
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25.11.2024 | Lezione 6
L’arte negli ospedali: passato e presente
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02.12.2024 | Lezione 7
Come il cinema diventa terapia
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7 ottobre 2024, 18:00-19:30 | Lezione 1

Visual thinking strategies in medicina

Vincenza Ferrara spiegherà la tecnica chiamata “strategia di pensiero visuale” che quando applicata a medici e studenti di medicina, è in grado di migliorare le loro skills diagnostiche e di team building. Questo metodo didattico stimola una discussione di gruppo su un’opera d’arte stimolando lo spettatore a un’osservazione più attenta, a una comprensione più profonda e a un’analisi precisa di ciò che l’opera stessa racchiude. La conseguenza è un incremento delle abilità cognitive, delle capacità analitiche e critiche nei confronti di ciò che si ha di fronte. Intervenendo come discussant, Fabrizio Consorti sottolineerà le potenzialità educative della tecnica per gli studenti di medicina. La discussione sarà coordinata da Enzo Grossi.
Speaker

Vincenza Ferrara

Sapienza Università di Roma; Associazione VTSItalia (IT)

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Biografia

Storica dell’Arte, già Direttrice Laboratorio Arte e Medical Humanities – Facoltà Farmacia e Medicina, Esperta Alta Qualificazione – Prof. a contratto Pedagogia Speciale Corso di Laurea Magistrale Scienze Infermieristiche “A” – Sapienza Università di Roma. Esperta di patrimonio culturale e apprendimento, conduce dal 2014 ricerche nel settore della formazione in Area Medica e Sanitaria, in ambito scolastico e per la promozione dell’inclusione e del benessere utilizzando l’arte.

Abstract: L’arte come strumento di formazione in area medica e sanitaria.

Le Medical Humanities, e quindi le arti, sono state considerate discipline importanti nell’ambito dell’Educazione di base e Continua in area Medica e Sanitaria per promuovere il modello bio-psico-sociale. In Italia dal 2014 è partita una sperimentazione applicando Il metodo delle Visual Thinking Strategies (VTS) che accompagnato con altre pratiche ha cercato di aiutare il processo di apprendimento e limitazione dello stress negli studenti dei corsi di Medicina e Scienze Infermieristiche di Sapienza - Università di Roma, nella formazione specifica di medicina generale e in Educazione Continua in Medicina (ECM) per il personale sanitario. Tale metodo, insieme ad altre pratiche come L’iconodiagnostica e l’applicazione ad immagini cliniche ha coinvolto gli insegnamenti di Metodologia Clinica in linea con l’Evidence Based Medicine e quelli di Sanità Pubblica e Anatomia Patologica. Il disegno e la validazione di una griglia VTSKill grid hanno permesso di misurare l’impatto positivo e valutare, quindi l’utilità di questi metodi sulla formazione e limitazione dello stress nel personale di cura.

Discussant

Fabrizio Consorti

Gruppo Qualità e Innovazione della Didattica (QuID), Sapienza Università di Roma; Past-president SIPeM (IT)

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Biografia

Medico, chirurgo generale, ricercatore dell’Università Sapienza di Roma. Insegnamento di metodologia clinica e chirurgia nei corsi di laurea di Medicina e di Infermieristica. Responsabile per gli scambi Erasmus.

Presidente della Società Italiana di Pedagogia Medica (SIPeM) fino al 2018. Come esperto riconosciuto a livello nazionale, ha condotto e tuttora conduce eventi di Faculty Development per la Sapienza e per molti corsi di studio italiani.

Abstract: Le VTS nel percorso degli insegnamenti della Metodologia Clinica

Il corso di Laurea C della Facoltà di Medicina e Odontoiatria da anni adotta un approccio longitudinale all’insegnamento della Metodologia Clinica, dal terzo al quinto anno. La parte più rilevante del percorso è al terzo anno, basata sui principi pedagogici ed epistemologici riassunti nel motto “Osservo-Descrivo-Interpreto”. Il corso è “flipped”, e fa uso di esercizi in classe mirati ad esercitare le abilità del motto, nonché a sviluppare il senso della complessità e multimorbidità.

L’integrazione delle VTS in questo contesto è stata naturale e si è dimostrata efficace. Al quarto e quinto anno le VTS sono poi offerte come elettivi. Uno studio longitudinale condotto su una stessa coorte di studenti dal terzo al quinto anno ha dimostrato l’efficacia delle VTS nelle abilità di riconoscimento visivo e pensiero critico, misurate con strumenti validati. A fine terzo anno i punteggi erano aumentati per tutti e coloro che hanno proseguito a praticare le VTS fino al quinto anno hanno mantenuto punteggi più alti di coloro che non hanno frequentato gli elettivi.

14 ottobre 2024, 18:00-19:30 | Lezione 2

Come l’arte cambia il nostro cervello

Il fondatore della neuroestetica, il neurobiologo di fama mondiale Semir Zeki, docente all’University College London, farà nel suo key-note speech una panoramica sui meccanismi coinvolti nell'esperienza di bellezza artistica visiva. Zeki presenterà anche alcuni dei suoi numerosi studi, che hanno aperto nuovi orizzonti nella comprensione dei meccanismi neuronali implicati in un’esperienza estetica che ha un’enorme importanza per gli esseri umani. La sua ricerca si è sviluppata a partire dagli studi di neuroanatomia per integrarsi progressivamente nell'approccio psicocognitivo. David Tremlett, artista conosciuto universalmente per i suoi interventi di wall drawing negli spazi pubblici - come chiese, ospedali, edifici pubblici o abitativi - interverrà come discussant per dibattere l’intersezione tra neurobiologia e fare arte. La discussione sarà coordinata da Luigi Di Corato.

Speaker

Semir Zeki

University College London (UK)

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Biografia

Semir Zeki è professore di Neuroestetica allo University College London, dove in precedenza aveva ricoperto la cattedra di Neurobiologia. Specializzato nello studio dell’organizzazione del cervello visivo umano, dal 2008 ha contribuito alla comprensione dei meccanismi cerebrali impegnati durante esperienze emotive come quelle legate a bellezza, amore, desiderio e odio nell’ambito di un campo, quello della neuroestetica, di cui è il fondatore.

Abstract: La scienza della bellezza

L’intervento affronterà, in un contesto neurobiologico, la domanda fondamentale di Clive Bell su cosa accomuni tutto ciò che viene considerato bello. Bell riteneva che la risposta a questa domanda avrebbe risolto definitivamente il problema dell’estetica.

Discussant

David Tremlett

Artista, fotografo e scultore (UK-CH)

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Biografia

David Tremlett (1945, St Austell, Cornovaglia) è un artista che lavora con media differenti, quali la scultura, l’installazione e il disegno.

Fin dalle prime fasi della sua carriera sperimenta con dedizione il “Wall Drawings”: interventi in situ, eseguiti talvolta su muri di edifici diroccati incontrati durante i viaggi, oppure sulle pareti di gallerie e musei. L’artista riesce ad appropriarsi completamente dello spazio attraverso la tecnica del pastello steso a mano o con la pittura murale, infrangendo, in tal modo, la tradizionale distinzione tra pittura, scultura ed architettura.

Abstract: Arte e cambiamento

Un discorso/discussione sull’arte e sul suo posto e ruolo nei mutamenti dell’ambiente, della società, dell’architettura, del riuso e rinnovo, dei sogni personali.

28 ottobre 2024, 18:00-19:30 | Lezione 3

I musei fanno davvero stare meglio?

Enzo Grossi esaminerà le evidenze scientifiche a sostegno del concetto che andare al museo fa bene alla salute fisica e mentale. Si tratta di una nuova mission museale che sta aprendo le porte alla progettazione di esperienze che possono migliorare la vita dei visitatori, aiutandoli ad aumentare il proprio benessere. Contribuendo al benessere del pubblico attraverso le varie e numerose esperienze che offrono, i musei catalizzano sentimenti di meraviglia, interesse, curiosità, maggiore comprensione, senso di appartenenza, percezione di sicurezza fisica e serenità. Ad intervenire come discussant sarà Christoph Frank, storico dell’arte e direttore dell’Istituto di Storia dell’arte e dell’architettura dell’USI, dalla prospettiva di una profonda conoscenza del ruolo dell’arte nei secoli. La discussione sarà coordinata da Luigi Di Corato.

Speaker

Enzo Grossi

IBSA Foundation (CH); Fondazione Villa Santa Maria (IT)

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Biografia

Coordinatore del corso e membro dell’Advisory board di IBSA Foundation per la ricerca scientifica. Negli ultimi 15 anni ha lavorato intensamente nel campo dell’arte, cultura e salute con numerose pubblicazioni scientifiche, seminari e corsi universitari. Dal 2012 è Direttore Scientifico della Fondazione “Villa Santa Maria” di Tavernerio (Como) e dell’omonimo Istituto che ospita bambini e adolescenti affetti da patologie neuropsichiatriche. Dal 2016 è Advisor Scientifico di Fondazione Bracco, Milano. Autore di oltre 500 pubblicazioni indicizzate su Google Scholar e di oltre 200 pubblicazioni indicizzate su PubMed.

Abstract: Musei e benessere

Molti musei stanno spostando la propria mission e ruolo da centri per l'apprendimento e l’educazione a centri per il benessere individuale e sociale. Tutta una serie di studi qualitativi, ma anche quantitativi e randomizzati, suggeriscono che i musei promuovono la salute ed il benessere in diversi modi: attraverso esperienze sociali positive che riducono l’isolamento, promuovono senso di relax e riducono l’ansia, innescano emozioni positive, migliorano autostima e senso di identità. In ambito sanitario, le visite ai musei si associano ad un aumento della qualità di vita, specie in soggetti con demenza permettendo anche una migliore comunicazione tra caregivers e pazienti. Sul versante fisiologico, dati sperimentali attestano che le visite ai musei abbassano la pressione arteriosa sistolica e la frequenza cardiaca. Questo sta aprendo le porte alla progettazione di esperienze che possono migliorare la vita dei visitatori aiutandoli a migliorare il proprio benessere.

Discussant

Christoph Frank

Professore ordinario, Accademia di architettura USI (CH)

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Biografia

Christoph Frank vive a Basilea, la città in cui è nato (1963). È uno storico e un convinto europeo e basilese. È cresciuto sul Reno. Ha trascorso la maggior parte della sua vita studiando, lavorando e vivendo in città come Londra, Parigi, Berlino, Roma e New York, nonché a Mosca e San Pietroburgo dopo il 1989. Dal 2005/06 lavora presso l'Accademia di architettura dell'Università della Svizzera italiana a Mendrisio, dove, accanto all'attività didattica e di ricerca, è stato fin dall'inizio direttore accademico della biblioteca. Concepita come biblioteca di ricerca, è oggi una delle più complete del suo genere in Svizzera e non solo. Nel 2011 ha fondato l'Istituto di storia e teoria dell'arte e dell'architettura (ISA), che spera possa sopravvivere a questi tempi come la biblioteca. Oltre a diversi incarichi accademici, attualmente è anche membro del Consiglio universitario dell'USI.

Abstract: il “Universitätsgut” di Basilea: uno straordinario intreccio di arte e scienza, dalla “Danza della Morte” alle scienze della vita

A volte si potrebbe affermare che tutto ciò che abbiamo imparato dalla storia fino ad oggi è semplicemente ciò che non abbiamo ancora imparato da essa. Al contrario, l'esempio di Basilea e del suo “Universitätsgut” (patrimonio universitario, forse anche I “beni” universitari), unico nel suo genere, mostra come tutte le collezioni patrimoniali all'origine della biblioteca universitaria, del museo d'arte, del museo storico e delle molte altre collezioni scientifiche legate all'università possano essere ricondotte a come è nata l'attuale “città delle scienze della vita”. Basilea è nota per essere la sede della più antica università della Svizzera, fondata da Papa Pio II Piccolomini nel 1460/61, circa quarant'anni prima che la città entrasse a far parte della Confederazione Elvetica. Il Rinascimento e l'umanesimo che lo accompagnò ebbero una profonda influenza sullo sviluppo della città in senso lato, come vedremo in seguito. Grazie a queste influenze culturali, Basilea può essere descritta come una piccola città nonostante i suoi poco più di 200.000 abitanti (ad agosto 2024), ma non è una Kleinstadt. Già nel Medioevo aveva un palatium e una civitas che, insieme, la rendevano un eccezionale centro politico, religioso e culturale. La sua topografia “triangolare” all'interfaccia tra Svizzera, Germania e Francia, il suo multilinguismo e il suo atteggiamento spesso interconfessionale, nonché la sua aperta permeabilità, la rendono una città quasi unica al centro dell'Europa. È una piccola confederazione esemplare all'interno di una più grande e un attore globale nei campi dell'arte e della scienza. La scienza (un tempo limitata e resa possibile solo dalla stampa, per la quale Basilea ottenne fama mondiale all'inizio del XVI secolo) e la produzione artistica sono sempre state strettamente legate qui. Una serie di oggetti scientifici e artistici provenienti dalle istituzioni di Basilea e la loro storia e ricezione saranno utilizzati per mostrare quanto sia sempre stato stretto il rapporto tra medici e artisti e perché l'arte sia diventata così importante per il benessere degli abitanti di questa piccola città, che non è una Kleinstadt. A titolo di confronto, saranno prese in esame anche alcune opere d'arte e oggetti al di fuori dell'orbita di Basilea. In tutti i casi, il docente ha visto gli originali più volte nella sua vita e ha registrato ogni volta le sue mutevoli percezioni. Non ha dubbi sul fatto che l'arte possa avere un profondo effetto terapeutico e catartico sul nostro benessere, oltre a una moltitudine di funzioni.

04 novembre 2024, 18:00-19:30 | Lezione 4

Arteterapia e psicoterapia: modelli e pratiche

L'arteterapia ha origine dall’incontro tra arte e psicoterapia e viene definita come un processo curativo per migliorare l’efficacia della terapia medica. Roberta Pedrinis dimostrerà come attraverso l’arte sia possibile trasformare la relazione tra paziente e terapeuta in uno strumento catartico in grado di alleviare traumi e sofferenze e indurre il cambiamento trasformativo nelle nostre vite. L’arte terapia viene dunque a costituirsi come un metodo che permette di creare une relazione con il paziente partendo dall'oggetto creato da quest’ultimo. Angelo Compare interverrà come discussant per esemplificare come questa disciplina si applica nella pratica clinica dal punto di vista psicologico e psicoterapeutico. La discussione sarà coordinata da Enzo Grossi.

Speaker

Roberta Pedrinis

Studio privato di psicoterapia e arteterapia a Tesserete (CH). Arte terapeuta presso la Lega ticinese contro il Cancro (CH)

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Biografia

Roberta Pedrinis, laureata in Lettere e Filosofia presso il DAMS di Bologna di Umberto Eco. Docente di scuola e formatrice, si diploma in Francia come arteterapeuta. Ha realizzato una ricerca pilota presso la Clinica riabilitativa di Novaggio (CH) con pazienti oncologici e dolore cronico. Lavora come psicoterapeuta presso l’Atelier del Lupo Blu a Tesserete (CH) e collabora con diverse istituzioni in campo oncologico e psichiatrico. È presidente dell’Associazione ticinese arti-terapeuti: ARTE-SI www.adhikara.com/roberta-pedrinis

Abstract: Arteterapia e psicoterapia: modelli e pratiche

L’arte interroga l’uomo sin dalla notte dei tempi. L’evidenza scientifica porta sempre più attenzione sull’uso terapeutico delle arti. Ma l’arte può davvero curare? Come possono arte, psicologia e terapia combinarsi tra loro? Quali sono oggi le figure professionali e le competenze richieste per la pratica di queste discipline? Quali confini tra benessere, prevenzione, cura e riabilitazione? A queste domande cercherà di rispondere Roberta Pedrinis arte terapeuta e psicoterapeuta.

Discussant

Angelo Compare

Professore Ordinario di Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli studi di Bergamo (IT) e Responsabile dell’Equipe di Psicologia presso il Centro Diagnostico Italiano (CDI) (IT)

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Biografia

Professore Ordinario di Psicologia Clinica e della Salute (M-PSI-08), insegna nel Corso di Laurea Magistrale in Psicologia Clinica presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali presso l’Università degli studi di Bergamo (IT). È stato Direttore del Master post-laurea di II livello in “Valutazione Psicologica Multidimensionale e Tecniche d’Intervento in ambito Socio-Sanitario”. Ph.D. in Psicologica, Università Cattolica di Milano. Laurea con 110/Lode in Psicologia Università Cattolica di Milano e insignito del “Premio Agostino Gemelli - Miglior Laureato dell’Anno”. Visiting presso il Dipartimento di Psicologia del Boston College USA, Clinical Psychology Unit dell’University College of London in UK, Clinical Psychology Department della Leiden University Nederland, Psychology Department British Columbia University, Vancouver Canada.

Abstract: Art therapy come aiuto alla psicoterapia

L'art therapy può essere un complemento efficace alla psicoterapia, offrendo diversi benefici che arricchiscono il processo terapeutico. Ecco alcuni modi in cui l'art therapy può essere d'aiuto:

-Espressione non verbale: L'art therapy permette ai pazienti di esprimere pensieri ed emozioni che potrebbero essere difficili da verbalizzare. Questo può essere particolarmente utile per bambini, persone con difficoltà di comunicazione o chi ha subito traumi.

  • Riduzione dello stress: L'attività artistica ha un effetto calmante e può ridurre i livelli di stress e ansia. Il processo creativo può aiutare i pazienti a rilassarsi e a trovare un senso di pace.
  • Sviluppo della consapevolezza di sé: Attraverso l'arte, i pazienti possono esplorare e comprendere meglio le proprie emozioni, pensieri e comportamenti. Questo può facilitare una maggiore consapevolezza di sé e promuovere la crescita personale.
  • Elaborazione dei traumi: L'art therapy può aiutare i pazienti a elaborare traumi passati in un modo sicuro e controllato. Il processo artistico può fungere da veicolo per esprimere esperienze dolorose e iniziare il percorso di guarigione.
  • Miglioramento delle abilità di coping: L'art therapy può insegnare ai pazienti nuove strategie per affrontare lo stress, l'ansia e altre difficoltà. Attraverso il processo creativo, i pazienti possono sviluppare abilità di problem solving e resilienza.
  • Facilitazione della comunicazione: L'arte può fungere da ponte comunicativo tra terapeuta e paziente, facilitando la condivisione e l'esplorazione di tematiche profonde. Questo può creare un ambiente terapeutico più collaborativo e aperto.
  • Stimolazione della creatività: La creatività stimolata dall'art therapy può influire positivamente su altre aree della vita dei pazienti, migliorando la loro capacità di adattamento e di trovare soluzioni innovative ai problemi.
  • Sostegno emotivo: Il processo di creazione artistica può fornire un senso di realizzazione e autostima, contribuendo a migliorare l'umore e il benessere generale dei pazienti.In sintesi, l'art therapy può essere un potente strumento complementare alla psicoterapia, offrendo modi alternativi di esplorare e affrontare le sfide emotive e psicologiche.Ci sono diverse evidenze scientifiche che supportano l'efficacia dell'art therapy come complemento alla psicoterapia.
18 novembre 2024, 18:00-19:30 | Lezione 5

Efficacia della Art therapy in medicina: la parola alle evidenze

C'è un crescente interesse da parte delle scienze della salute per il contributo delle arti visive al miglioramento della salute e del benessere, come dimostrano iniziative quali il Global Arts and Health Program dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'incremento delle evidenze, tra cui le analisi sistematiche. Enzo Grossi fornirà una mappatura dei principali studi scientifici disponibili oggi su scala globale. Il filtro sarà quello degli studi randomizzati e delle metanalisi. Gianna Carla Riccitelli agendo come discussant metterà a fuoco i meccanismi neurobiologici e cerebrali con cui l’art therapy esercita azioni terapeutiche in diverse malattie neurologiche degenerative. La discussione sarà coordinata da Enzo Grossi.

Speaker

Enzo Grossi

IBSA Foundation (CH); Fondazione Villa Santa Maria (IT)

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Biografia

Coordinatore del corso e membro dell’Advisory board di IBSA Foundation per la ricerca scientifica. Negli ultimi 15 anni ha lavorato intensamente nel campo dell’arte, cultura e salute con numerose pubblicazioni scientifiche, seminari e corsi universitari. Dal 2012 è Direttore Scientifico della Fondazione “Villa Santa Maria” di Tavernerio (Como) e dell’omonimo Istituto che ospita bambini e adolescenti affetti da patologie neuropsichiatriche. Dal 2016 è Advisor Scientifico di Fondazione Bracco, Milano. Autore di oltre 500 pubblicazioni indicizzate su Google Scholar e di oltre 200 pubblicazioni indicizzate su PubMed.

Abstract: Visual Art Therapy

L'arteterapia utilizza il processo creativo del fare arte attraverso vari mezzi espressivi con un facilitatore professionista per migliorare il benessere mentale, emotivo e fisico.

Si basa sull'idea che il processo creativo dell'espressione artistica di sé aiuti le persone a sviluppare le capacità interpersonali, a risolvere i conflitti, ad aumentare l'autostima, a diminuire lo stress e ad acquisire maggiore consapevolezza.

Esistono una sessantina di studi randomizzati che attestano l’efficacia della art therapy con diversi gradi di forza delle evidenze e in diversi contesti patologici, come la demenza, lo stress postraumatico, la depressione e tutta una serie di disturbi cognitivi. Studi qualitativi suggeriscono inoltre che l'arteterapia coinvolge l'attenzione e il piacere e migliora i sintomi neuropsichiatrici, il comportamento sociale e l'autostima. Il quadro che ne scaturisce è piuttosto complesso, ma fa ben sperare per un ulteriore consolidamento delle basi scientifiche.

Discussant

Gianna Carla Riccitelli

Istituto di Neuroscienze Clinica, EOC; Facoltà di scienze biomediche USI (CH)

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Biografia

Gianna Carla Riccitelli, Neuroscienziata, attualmente Responsabile della Local Research Unit dell’Istituto di Neuroscienze Cliniche della Svizzera Italiana EOC e Docente presso la Facoltà di scienze biomediche dell’USI, è esperta dei meccanismi cerebrali responsabili dell’elaborazione dei processi cognitivi, emotivi e comportamentali nell’uomo. Attualmente impegnata nello studio di protocolli di trattamento con tecniche avanzate di stimolazione cerebrale in pazienti farmaco resistenti.

Abstract: Effetto dell’arte terapia sui meccanismi cerebrali nelle malattie neurologiche e psichiatriche

L'arte terapia attraverso l'espressione creativa promuove il benessere mentale, coinvolgendo diversi meccanismi cerebrali. La creazione artistica stimola la corteccia prefrontale, responsabile del pensiero critico e della regolazione emotiva, e il sistema limbico, che governa le emozioni.

L'attività artistica incrementa la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore legato al piacere e alla motivazione, migliorando l'umore e riducendo lo stress. L'arte terapia favorisce anche la neuroplasticità, ossia la capacità del cervello di riorganizzarsi, promuovendo nuove connessioni neuronali. Questi effetti si rivelano utili nel trattamento di malattie neurologiche e psichiatriche.

Nei pazienti con disturbi d'ansia o depressione, l'arte terapia contribuisce a ridurre i sintomi, migliorando la regolazione emotiva e riducendo i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress. Nei casi di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, l'arte terapia può migliorare le funzioni cognitive e la qualità della vita, stimolando la memoria e l'interazione sociale. Inoltre, nei disturbi post-traumatici da stress, favorisce l'elaborazione del trauma e il recupero emotivo.

25 novembre 2024, 18:00-19:30 | Lezione 6

L’arte negli ospedali: passato e presente

In questo incontro Enzo Grossi mostrerà come l’arte nell’ambiente sanitario può essere una diversa modalità per aumentare la percezione di benessere nei pazienti e nelle persone che frequentano questi luoghi (personale sanitario, caregivers, servizi di supporto) per favorire benefici psico-fisici, migliorare il servizio sanitario, contribuire all’ampliamento dell’accesso culturale e favorire lo sviluppo di nuove politiche di welfare. La tematica sarà affrontata dal punto di vista medico-scientifico, focalizzandosi  sui migliori studi internazionali disponibili. Saranno Walter Angonese, architetto e direttore dell’Accademia di architettura di Mendrisio e Michael Grotzer, direttore medico del Kinderspital di Zurigo, in qualità di discussants, a presentare progetti artistici emblematici e salutogenici nelle strutture sanitarie. La discussione sarà coordinata da Luigi Di Corato.

Speaker

Enzo Grossi

IBSA Foundation (CH); Fondazione Villa Santa Maria (IT)

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Biografia

Medico, scienziato e ricercatore in vari campi: medicina farmaceutica, intelligenza artificiale, arte, cultura e salute, disciplina sulla quale ha tenuto seminari e corsi universitari presso le Università di Milano, Torino, Bologna e Lugano. Dal 2012 è direttore scientifico dell'Istituto di neuropsichiatria infantile “Villa Santa Maria” di Tavernerio (Como) e consulente scientifico della Fondazione Bracco (Milano). Il suo indice H è 65.

Abstract: Arte negli ospedali

I risultati di una serie di studi qualitativi e quantitativi suggeriscono che l'arte figurativa e astratta possono avere effetti positivi sul benessere dei pazienti ricoverati, dei loro famigliari e degli operatori. Le proprietà distrattive dell'arte si sono rivelate utili durante e dopo procedure dolorose o durante la terapia del dolore cronico e sul controllo dell’ansia e della depressione. L'opportunità di scegliere le opere d'arte nella propria stanza può migliorare ulteriormente gli effetti sulla soddisfazione del paziente, sulla sensazione di autocontrollo e sulla distrazione attraverso stimoli attraenti. Per le aree sociali e le sale pubbliche, una miscela di arte astratta e figurativa sembra essere adeguata a soddisfare vari interessi, a promuovere l'interazione sociale e a evitare la deprivazione mentale fornendo molteplici stimoli sensoriali. Per le operatorie gli studi effettuati suggeriscono invece l’utilizzo di scene naturali, che risultano accettabili per la maggior parte dei pazienti.

Discussant

Walter Angonese

Direttore, decano e professore ordinario dell'Accademia di architettura USI (CH)

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Biografia

Nato a Caldaro in Sudtirolo (1961), studia architettura presso IUAV di Venezia. Nel 1992 è co-fondatore di A5 architekten, nel 2002 fonda Angonese Walter Architekt con sede a Caldaro. Insegna come visiting professor in diverse università europee, dal 2007 presso l’Accademia di architettura dell’USI, di cui è direttore dal 2021. Nel 2011 viene nominato professore ordinario di progettazione. I suoi progetti sono pubblicati e riconosciuti a livello internazionale. Vive tra Caldaro e Mendrisio.

Abstract: La costruzione dell’idea - dall’intuizione all’idea

Quello che comunemente viene chiamato un’idea, spesso non è altro che un’intuizione. Costruire un’idea è molto più complesso.

Discussant

Michael Groetzer

Prof. Dr., Direttore Medico del Kinderspital di Zurigo; Professore Ordinario di Pediatria, Università di Zurigo (CH)

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Biografia

Il Professor Grotzer è ordinario di pediatria presso l’Università di Zurigo. Dal 2018 è direttore medico del Kinderspital di Zurigo. Oltre alla specializzazione in pediatria, è specializzato anche in oncologia pediatrica. Ha operato per tre anni come ricercatore presso il Children’s Hospital di Philadelphia (USA) e le sue attività di ricerca gli sono valse numerosi riconoscimenti. Attualmente si sta occupando del trasferimento dell’ospedale pediatrico in un nuovo edificio (progettato da Herzog & de Meuron).

Abstract: Luce, colore e arte per i bambini e le loro famiglie all’Ospedale pediatrico universitario di Zurigo

Negli ultimi due decenni il numero delle ricerche sugli effetti delle arti su salute e benessere è notevolmente aumentato. Dai risultati di oltre 3000 studi è emerso che le arti svolgono un ruolo importante nella prevenzione delle malattie, nella promozione della salute e nella gestione e nel trattamento delle patologie lungo tutto l’arco della vita (Fancourt D et al).

L’Ospedale pediatrico universitario di Zurigo ha un approccio olistico alla salute sia fisica che sociale e psicologica. I trattamenti sono focalizzati sul benessere dei piccoli pazienti, indipendentemente da sesso, religione ed estrazione sociale. La ben organizzata conoscenza implicita dei bambini, degli adolescenti e dei loro familiari rappresenta il tratto distintivo dell’Ospedale pediatrico di Zurigo, un luogo unico in cui medici, personale sanitario e terapeuti incontrano quotidianamente e si dedicano con impegno a giovani pazienti provenienti da contesti diversi. Grazie ai più moderni metodi diagnostici e terapeutici, molte malattie possono essere curate o almeno mitigate fino a consentire una buona qualità di vita.

È la prima volta che gli architetti di fama mondiale Herzog & de Meuron di Basilea realizzano un progetto di costruzione sulla piazza di Zurigo. Entro novembre 2024 Herzog & de Meuron completeranno la costruzione del nuovo Ospedale pediatrico di Zurigo, costituito dall’ospedale per acuti a sud e dall’edificio dedicato ad attività di ricerca e insegnamento a nord. Oltre all’aspetto funzionale dell’ospedale, nei due edifici si verranno a creare specifici momenti di dialogo tra architettura e arte contemporanea. L’arte sarà un’efficace fonte di energia per i pazienti, le loro famiglie e il personale dell’ospedale pediatrico e avrà lo scopo di connettere, rallegrare, confortare, rafforzare, stimolare e ispirare.

02 dicembre 2024, 18:00-19:30 | Lezione 7

Come il cinema diventa terapia

In questo ultimo incontro Enzo Grossi cercherà di rispondere alla domanda: Perché andiamo al cinema? Forse per provare emozioni positive che ci fanno rifiorire oppure per provare emozioni negative di cui abbiamo timore nella vita reale? Andiamo al cinema per sognare, ridere, ma anche per piangere?

Gli aspetti narrativi e rappresentativi del film lo rendono una forma d'arte del tutto unica. Inoltre, l'esperienza collettiva del film come arte, lo rende un'attività di svago del tutto distinta.
Gli studi e le ricerche effettuate affermano che la Cinematerapia non solo migliora la qualità della vita del malato ma può avere un ruolo rilevante sui tempi di guarigione.

Fulvia Salvi porterà l’esperienza unica di Medicinema, iniziativa che negli ultimi dieci anni ha aperto varie sale in ospedali pubblici per fornire ristoro, distrazione e benessere ai pazienti e ai loro famigliari. La discussione sarà coordinata da Enzo Grossi.

Speaker

Enzo Grossi

IBSA Foundation (CH); Fondazione Villa Santa Maria (IT)

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Biografia

Coordinatore del corso e membro dell’Advisory board di IBSA Foundation per la ricerca scientifica. Negli ultimi 15 anni ha lavorato intensamente nel campo dell’arte, cultura e salute con numerose pubblicazioni scientifiche, seminari e corsi universitari. Dal 2012 è Direttore Scientifico della Fondazione “Villa Santa Maria” di Tavernerio (Como) e dell’omonimo Istituto che ospita bambini e adolescenti affetti da patologie neuropsichiatriche. Dal 2016 è Advisor Scientifico di Fondazione Bracco, Milano. Autore di oltre 500 pubblicazioni indicizzate su Google Scholar e di oltre 200 pubblicazioni indicizzate su PubMed.

Abstract: Cinema e salute

Il numero di studi scientifici sulla “Cinema Therapy” è aumentato molto negli ultimi anni, a conferma di un nuovo interesse sull’argomento in campo medico. Tali articoli scientifici spaziano dall’utilizzo del cinema come prevenzione delle idee suicidarie a quello educativo-formativo, ad esempio per insegnare i principi delle cure palliative, ma anche nel trattamento della memoria e della demenza nonché nel trattamento non farmacologico della schizofrenia o nella preparazione di esami poco piacevoli come la colonscopia, al fine di ridurre dolore e compliance nel corso della stessa. Negli anni l’utilizzo di filmati e/o di film veri e propri ha assunto la dignità di una vera e propria Terapia Complementare e, come tale, utile nei confronti di tutti quei sintomi farmacologicamente poco gestibili, che vanno dal dolore alla depressione, dalla qualità di vita alla relazione con la propria malattia, dalla riduzione dell’ansia al miglioramento della memoria e dell’attenzione.

Discussant

Fulvia Salvi

Presidente, Medicinema Italia (IT)

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Biografia

Ha fondato Medicinema Italia a fine 2012, di cui è attualmente presidente. Precedentemente halavorato nel settore profit in aziende come BMG Ariola, Ideal Standard, Eni e poi News Corporation (Manager Intl. di News Corporation settore Cinema come Dir. Marketing Home Video, e Dir. canali alternativi Europa e America Latina) e successivamente come consulente Comunicazione e Marketing per il settore TV. Ha svolto i suoi studi al Politecnico di Milano e si è specializzata in tecnica pubblicitaria e Business development.

Abstract: Cinema e arte nei percorsi riabilitativi

Cinema e arte nei percorsi riabilitativi? La sfida della Cineterapia applicata alla ricerca scientifica con misurazione dei benefici indotti diviene un nuovo Modello Bio-Psico-Sociale


Crediti immagine del corso

David Tremlett – Ritmo e Forma, 2016

con Ferruccio Dotta, Lola Bunting e gli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Torino
Housing Giulia, Distretto sociale Barolo, Torino

©Francesco Morì

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