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Il potere della lettura ad alta voce nello sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini

Scritto da Catterina Seia | 28 nov 2023

La lettura ad alta voce condivisa è un metodo straordinario per promuovere l'equità sociale, favorire lo sviluppo cognitivo e socio-emotivo dei bambini, e migliorare le abilità linguistiche. Questo approccio, sostenuto da evidenze scientifiche, è stato adottato da migliaia di docenti in Italia e in tutto il mondo. Esploriamo l'importanza della lettura ad alta voce condivisa, evidenziando progetti e risultati significativi in Italia, e mettiamo in luce il potere delle parole nel promuovere l'equità sociale e la crescita intellettuale.

È naturale la predisposizione di bambine e bambini a cercare la relazione con chi si prende cura di loro e dei loro caregivers a corrispondere in modo responsivo. Questa interazione gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo cognitivo e socio-emotivo, nella capacità di regolare le proprie emozioni e di sviluppare la loro socialità, il linguaggio, e il quoziente intellettivo.  


Tra le diverse forme di interazione, la pratica della lettura condivisa, in particolare nella sua forma dialogica, si è dimostrata capace di produrre benefici particolarmente importanti in tutte le dimensioni dello sviluppo”, come affermano Lynne Murray e Peter Cooper docenti della University of Reading (UK), direttrice e direttore di Mikhulu Trust, il centro di Cape Town focalizzato sulle cure che nutrono dell’infanzia.

Il metodo della lettura ad alta voce condivisa

Il metodo della lettura ad alta voce condivisa, capace di costruire un vero interesse per la lettura e le abilità necessarie per praticarla in modo autonomo, si sta imponendo nei contesti educativi e di istruzione a livello internazionale, grazie al supporto delle evidenze scientifiche che ne attestano gli effetti anche a livello di successo scolastico.

In Italia sono più di 20.000 i docenti che lo adottano. All’Università degli Studi di Perugia, il gruppo di ricerca del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione (FISSUF), guidato da Federico Batini, docente di Pedagogia sperimentale- Metodologia della ricerca educativa e Metodi e tecniche della valutazione scolastica, restituisce per la prima volta in un volume di recente pubblicazione, “La lettura ad alta voce condivisa: un metodo in direzione dell’equità” (edizione il Mulino-Collana Fondazione per la Scuola) gli esiti del percorso sviluppato nell’ultima decade, mettendo a fuoco, da diverse prospettive disciplinari, le caratteristiche fondamentali dell’approccio, i presupposti teorici, le condizioni di utilizzo, gli effetti sull’apprendimento anche in relazione con altri strumenti. 

Il metodo analizzato prevede che una persona adulta (docente, educatore, formatore, ecc.) si assuma la responsabilità di un gruppo, prestando la propria voce e il proprio corpo per proporre storie in modo progressivo, sistematico e intensivo, curando le scelte e la biblio-varietà, negoziando in un processo di socializzazione le scelte con il gruppo stesso, facilitando il confronto, la discussione e l’ingresso nelle storie di tutti i partecipanti.

Praticato in modo continuativo dall’adulto nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole primarie, il processo manifesta effetti anche sulle abilità emotive, linguistiche, di comprensione e utilizzo della lingua nell’apprendimento, di pensiero critico, facilita la capacità di stare con gli altri e capirli: sono le life skills che l’OMS indica come presupposto per il ben-essere e la salute in tutto l’arco dell’esistenza, fondamentali per lo sviluppo del potenziale individuale, l’autorealizzazione e la resilienza alle avversità. Strumenti determinanti per contrastare le diseguaglianze, partendo dalle povertà educative ed esperienziali, che sono alla radice delle diseguaglianze socioeconomiche e di salute.

I progetti

In Italia numerosi sono i progetti attivati, di rilevanza nazionale, seguiti da percorsi di valutazione. Nel 2018, “Leggimi ancora”, promosso da Giunti Scuola che ha coinvolto complessivamente in cinque anni, oltre 50.000 classi. L’indagine svolta in tre città campione (Torino, Modena e Lecce) ha attestato effetti cognitivi e di comprensione indipendentemente dai punti di partenza.

“Leggere: Forte! Ad alta voce fa crescere l'intelligenza”, la politica educativa della Regione Toscana, realizzata in collaborazione con Indire-Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana e Cepell-Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura, ha favorito l’introduzione dall’anno scolastico 2019/2020 di un momento quotidiano dedicato alla lettura ad alta voce da parte delle educatrici e degli educatori, delle e degli insegnanti, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, a partire dai servizi educativi per la prima infanzia.

I benefici nella sfera emotiva e linguistica

Dopo quattro anni di attività i dati rivelano, per esempio, che i bambini e le bambine del nido aumentano fino al 29,7% la capacità di controllare la motricità globale, la coordinazione e le abilità manipolatorie; nella scuola dell’infanzia la capacità di risolvere problemi interni a situazioni sociali cresce dell’82%; per gli alunni e le alunne della scuola primaria l’Indice di Comprensione Verbale (ICV), ovvero la capacità di formulare e di utilizzare i concetti verbali, migliora del 14,3% e, soprattutto si rileva che dimensioni cognitive e di comprensione possono essere sollecitate e migliorate anche nelle scuole secondarie.

A Parma è in corso il progetto “Lettrici e lettori forti” in una rete di 10 Istituti Comprensivi della città, sostenuto da Fondazione Cariparma che ha coinvolto attivamente oltre 200 docenti e oltre 2000 studentesse e studenti, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado.

Tra i più significativi dati recentemente diffusi sulla seconda annualità, si possono registrare i confronti con i campioni normativi di standardizzazione italiana (i punteggi attesi in base all’età) e i risultati delle prove di fluenza, velocità e organizzazione verbale, oltre che di magazzino lessicale. Le bambine e i bambini della scuola dell’infanzia (3-6 anni) coinvolti nel training intensivo di lettura ad alta voce aumentano le abilità di comprensione di testi orali del 20% e di competenza e regolazione emotiva del 38,6% rispetto al loro punto di partenza mentre il gruppo di controllo (non sottoposto all’attività di lettura ad alta voce) mostra un decremento nelle abilità di comprensione e un incremento pari a meno della metà nelle abilità emozionali.

A Torino, nel quartiere fortemente multietnico, vitale e complesso di Porta Palazzo, negli ultimi due anni scolastici è stato realizzato il progetto “Ad Alta Voce Porta Palazzo” nell’Istituto comprensivo Torino II con oltre 1000 studenti. L’iniziativa, è promossa e sostenuta dalla Fondazione per la Scuola (Ente strumentale della Fondazione Compagnia di San Paolo) che sta operando, con differenti azioni, per allargare il progetto e per diffondere il metodo presso ulteriori autonomie scolastiche. I dati dimostrano come anche bambini della scuola dell’infanzia che partono da livelli linguistici decisamente inferiori rispetto alle capacità attese per quell’età riescono a progredire in modo significativo (11%) mentre i loro coetanei che partono da livelli più alti diminuiscono, nello stesso periodo, le loro abilità.  Le percentuali di bambini sopra e sotto la media normativa si invertono: prima della lettura ben il 61% era sotto la media attesa e solo il 39% la superava e dopo il primo intervento intensivo di lettura il 59% la supera agevolmente. 

Lettura precoce in famiglia ed equità sociale

Ma già dai primi mesi di vita la qualità e quantità di interazione, la lettura precoce ad alta voce in famiglia, hanno una correlazione dimostrata con i vocabolari ricettivi ed espressivi, con impatti sullo status prospettico socioeconomico. Uno studio longitudinale, pubblicato su Pediatrics, della Lena Foundation lo ribadisce, sottolineando “la necessità di efficaci programmi di intervento precoce che supportino i genitori nella creazione di un ambiente di apprendimento domestico”.

 

Ricerche in linea con Nurturing care Framework (NCF), il fondamentale documento di raccomandazione di OMS, UNICEF, Banca Mondiale e Partnership per la Salute materno-infantile sugli investimenti necessari dai primi 1000 giorni. Per spezzare le iniquità.

Il corso Cultura e salute

È proprio il potere delle Parole, il tema al centro della terza edizione del corso universitario di “Cultura e Salute”, "Parole che curano" alla USI-Università della Svizzera italiana, promosso da IBSA Foundation e della Divisione Cultura della Città di Lugano con la collaborazione artistica del LAC di Lugano. Sette lezioni aperte al pubblico, che hanno luogo da ottobre a dicembre 2023. 

“La lettura ad alta voce condivisa. Un metodo in direzione dell'equità” è a cura di Federico Batini con i contributi di Teresa Cremin, Simone Giusti, Giordana Szpunar, Alessio Surian, Moira Sannipoli, Giovanni Moretti, Arianna L. Morini, Ermelinda De Carlo, Giusi Marchetta, Martina Evangelista, prefazione di Giulia Guglielmini.

Federico Batini insegna Pedagogia sperimentale, Metodologia della ricerca educativa e Metodi e tecniche della valutazione scolastica all’Università degli Studi di Perugia, dove dirige il Master «Lettura ad alta voce a scuola, nei contesti educativi, di sviluppo, assistenziali, riabilitativi e organizzativi» e «Orientamento narrativo e prevenzione della dispersione scolastica». Dirige le riviste «Effetti di Lettura» e «LLL». È autore, tra l’altro, di «Ad alta voce. La lettura che fa bene a tutti» (Giunti, 2021) e di «Lettura ad alta voce» (Carocci, 2022)